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AUTOBIOGRAFIA ASTROLOGICA: LA GUERRA DEI SILENZI

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Approfitto dell’anello di sosta di quest’anno di Marte nei Gemelli – da agosto 2022 a fine marzo 2023, per ripubblicare un articolo che scrissi qualche anno fa su base autobiografica e il vissuto di questi archetipi nel mio Tema Natale. La difficoltà a contattare con chiarezza i nostri valori, le basi affettive delle relazioni che stiamo vivendo e le possibili scelte, potrebbe essere adesso alimentata nella confusione dalla retrogradazione di Mercurio in Bilancia fino al 2 ottobre 2022 e dalla quadratura con Venere in Vergine e Marte in Gemelli che in questi giorni si sta delineando precisa. 

 

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Il Sentiero di Anna

 

Quando ero piccola e mi infuriavo, la cosa più grossa che facevo per esternare il mio risentimento era urlare a gran voce “Non ti parlerò mai più!! Mai più!!!”. Non era battere i piedi, fare capricci, urlare, dire perché ero arrabbiata, no niente di tutto questo, io staccavo tutto in totale blackout, interruttore su off.  Offesa e arrabbiata ritiravo la parola, come se togliere la mia voce potesse sortire qualche tipo di effetto sull’interlocutore. Non solo non aveva nessun effetto, ma anzi, una bambina così brava che non rompeva né fiatava più, era un toccasana per chiunque.

 

Ho memorie molto antiche della mia infanzia, merito e colpa della mia Luna in Capricorno, che tutto conserva, organizza, ordina e archivia. Alcuni ricordi risalgono ai quattro cinque anni in cui ho chiara percezione del mio chiudermi in camera furiosa, lacrimoni nella gola trattenuti negli occhi grandi e la mia unica forza a cui aggrapparmi il pensiero “Giuro che non parlerò mai più, mai più, costi quel che costi!!”.


Nella mia famiglia parlavano tutti, ma proprio tutti –  uno sull’altro, sopra di fianco, da lontano, dall’altra stanza, dal bagno, dalla cucina – poco importava se qualcuno dall’altra parte ascoltasse, l’importante era dire la propria a tutti i costi. Con voci alte, direttive, carismatiche, volitive, impazienti, brillanti, irruenti. Più uno diceva qualcosa e più il presunto ascoltatore doveva avere una reazione conclamata, esplosiva, gigante, entusiastica, di stupore, clamore o disgusto, mai neutra: la neutralità era da persone tiepide e inutili.

Più l’altro aveva un tipo di reazione esagerata e più a la voce del primo si alzava per essere certa che il messaggio giungesse, con un ritmo eccitante, aumentandone la velocità come in uno sketch teatrale. Il tutto in attesa di un “Oohh ma dai? Incredibile?! Pazzesco!!!!” , o un “Uao ma che meraviglia!!” oppure “No!!!? Ma veramente, com’è possibile?!!!”, in un grandioso e molteplice entusiasmo che non capivo mai bene da dove provenisse. Soprattutto, perché l’entusiasmo, poi con altrettanta velocità spesse volte si tramutava in delusione, costernazione, infine disperazione e dramma. Le mezze misure, nemmeno quelle esistevano mai.

 
Stephen Arroyo nel suo libro “Relazioni e cicli vitali”, ad un certo punto racconta che le madri in Segni di Fuoco, soprattutto Ariete irritano spesso i figli con il loro modo incessante e grossolano di incalzare e vivere il temperamento attivo e vulcanico. Ecco, io non solo ho la madre del segno dell’Ariete ma anche mio padre lo è. Inoltre gli unici parenti più vicini a cui venivo spesso lasciata mentre i genitori Arieti scalavano montagne o perseguivano obiettivi di iper attività radiosa, erano i miei zii, di cui lei, Sagittario e lui, uomo di mondo, politico e gran oratore versatile, un’ariosa Bilancia. Insomma, io Toro ascendente Scorpione, con dominante femminile introversa d’Acqua e Terra, me ne stavo lì ad osservare quel gran circo, sedotta e spaventata dal circolare perpetuo di informazioni e variazioni sul tema, entusiasmi e cadute libere, liti e riappacificazioni selvagge, sfide e corse contro il tempo di due genitori Fuoco, che nella loro visione vitalistica del mondo, erano in grado di fare molte cose, e molte cose mi hanno tramandato, ma una, e per me allora la più importante, non sono mai stati in grado di fare: ascoltare.

 

Spesso dunque la mia rabbia, il mio sciopero della parola era rivolto a loro: i cattivi che nella loro giostra di avvenimenti non trovavano mai il giusto tempo per vedermi. Vedermi davvero dico. Ascoltare quando tentavo di dire a fatica un mio pensiero a lungo rimuginato, tirato fuori con la mia vocina piccola piccola. Non ne erano capaci di attendere il tempo del pensiero lento di quel tempo immobile e spazioso che è quello dei bambini.

 

La fretta regnava sovrana. Il mondo correva e bisognava stare al passo, non bisognava perdere tempo, sussurrava Saturno imperioso che mi ha fatto crescere troppo rapidamente.

Come se dovesse finire il mondo a minuti o forse a secondi. Il tempo non c’era mai, e la mia voce invece di spaccare i loro timpani per farsi udire, divenne più flebile, sempre più sottile, tanto che spesso non oltrepassava i pochi centimetri oltre la mia bocca e non arrivava ai loro orecchi. Così che le risposte ai miei reclami su cose da loro dimenticate o non udite erano “Ma non ti avevamo sentito, cos’è che ci avevi detto tesoro? Non potevamo sentirti se parli così piano”. Dal parlare piano, sempre più piano, al silenzio totale, il passo fu brevissimo.

 

Il mio Mercurio isolato in Toro in Casa VII, se ne stava lì in attesa, del tempo giusto, del momento giusto, dell’amore giusto.

 

 

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Quello che mi sta giungendo come una folgorazione in questi ultimi tempi è questa domanda: ma si accorsero mai che quello era uno sciopero della voce? O con l’andare del tempo mi scambiarono per la bambina taciturna e timida che divenni? Muta e in attesa che si aprisse il sipario su di me, mi trasformai nell’ascoltatrice perfetta. ùDeclamazioni, pause a ritmo e visi di stupore o sdegno s’impossessarono del mio volto mentre li facevo recitare e parlare ed io, pubblico in platea, attendevo – pensavo – chissà, forse prima o poi verrà il mio turno.

Nel frattempo ero divenuta un prodigio nell’alternare i giusti tempi di ascolto, annuivo e declamavo tanto da sembrare ascoltassi davvero. Dimentica io stessa di essere nel ruolo di pubblico, con le parole conficcate nella gola quando li punivo con il mio silenzio, fino a confondermi io stessa con la maschera indossata, inabissata e rimuginante di parole non dette, i miei occhi diventarono ben presto espressivi e guizzanti – perché se le parole non uscivano dalla mia bocca serrata, non potevo impedirmi di comunicare e frugare nel mondo con gli occhi. Porta sempre aperta divenni l’osservatrice silenziosa e acuta delle cose intorno e lo sguardo spalancato divenne il mio modo preferito di immagazzinare informazioni e portarle dentro di me.

 

Sono cresciuta e quella bambina che nell’infanzia portava tutta la sua rabbia dentro invece che fuori, non è molto mutata alla fine. Ha imparato a fare meno guerre del silenzio, le sembra di aver imparato a dire piuttosto che non dire, ma proprio grazie al transito di Marte in Gemelli che mi chiede di parlare –  ogni cosa è riaffiorata proprio come allora.


Che cosa mi faceva veramente male nel passato?

 

Da adulti ripercorriamo gli stessi cerchi di sofferenza, solo più grandi e complessi perché ci siamo allontanati dal nucleo e giriamo in tondo dandoci delle scuse, ma il centro parte sempre da un unico punto, e per non andare più indietro in vite passate o altro, parte dalle cose che non siamo riusciti a risolvere nell’infanzia. Ce le troviamo tali e quali nel presente.


Tutte quelle parole che echeggiavano in casa quando ero bambina, tutta quell’estroversione esagerata e soprattutto non richiesta, tutta quell’allegria fuori luogo e fuori tempo proprio perché nascondeva il polo opposto di un dolore rimosso e una paura della fragilità, un’incapacità di sostare nella sostanza e nelle emozioni, mi imponevano il silenzio.

Qualcuno doveva pur farlo.

Qualcuno doveva pur sacrificarsi per ristabilire l’equilibrio.

C’è spesso qualcuno in famiglia che si assume un carico e lo fa per tenere tutto insieme, e sicuramente la mia modalità Pescina, di cui Marte di è portatore proprio in IV Casa, con il mio Nettuno in I Casa, prese il compito molto sul serio.
Marte in Pesci, un connubio perfetto l’astrologia, quale miglior archetipo mostra la mia rabbia implosa come una bomba nell’acqua? L’ovattata liquidità dei fondali marini dove non si ode più nulla e ogni cosa che vi affonda, perde il suo peso, il suo suono e la sostanza. Ogni cosa si confonde nell’acqua. I missili sott’acqua non fanno nessun rumore.


Così ero io che aspettavo il mio turno, in silenzio, tra le micro pause esclamative del teatro tragicomico che mi circondava, e mentre attendevo scagliavo missili che nessuno sentiva. Facevo esplodere munizioni e bombe che avrebbero raso al suolo la terra intera, ma niente emerse mai dai miei fondali. La cosa a cui tenevo di più mi era privata: io in verità volevo dire il mio pensiero, ce l’avevo chiaro e pulito nella testa, ma non c’era spazio perché lo esprimessi.

 

 
Venere in Gemelli, sapete quanti anni ci ho messo a capire e sentire davvero cosa volesse veramente dire avere la Venere, nel segno d’aria e di comunicazione dei Gemelli?

 

Avete mai conosciuto un Gemelli silenzioso? Non è vero che partiamo con il nostro Tema Natale equipaggiati a viverlo e a saperlo “usare”. La mia Venere, la mia più autentica espressione affettiva, governatrice del mio segno solare, Toro, si trovava a bloccare, se non tarpare con tutta la forza di volontà e caparbietà che solo ad un Toro possono appartenere, l’unica cosa che avrebbe voluto fare con scioltezza: comunicare. Con teatralità, ironia, simpatia, e leggerezza. Ho capito dopo tanto tempo la portata emotiva delle parole che urlavo a gran voce, le ultime e sole che usavo ripetere prima di chiudermi in giorni di mutismo “Non ti parlerò mai più”, era per me la più alta ed eccelsa carica sacrificale che io potevo impormi e credevo di imporre all’altro, perché in verità io ero carica di parole da dire!!

 

Ero famelica di ascolto e attenzione, ero permeata di racconti e suggestioni della mia giornata, ero intrisa di allegria che non sapevo come esternare. Ero l’Hermes dei Gemelli, frizzante come una meteora, e mi gettavo con tutta la potenza possibile dentro le profondità dell’acqua. Venere è ciò a cui diamo valore e ciò per cui desideriamo essere valorizzati, io toglievo proprio ciò a cui davo maggior valore: la preziosità dei miei pensieri, Venere d’Aria, e l’Aria degli scambi comunicativi era proprio quella di cui mi privavo e privavo gli altri.

 

Mi rifugiai nel mondo sotterraneo di Ade – Plutone (Casa VIII) e di fantasia e immaginazione (Pesci – Nettuno) e iniziai a raccontarmi storie fantastiche nei miei soliloqui da figlia unica. Ma quanto mi ci è voluto per enuclearlo?
Anni. E ancora anni.

 

Quanto mi ci è voluto per capire che le parole che toglievo a loro erano le parole che io cercavo come ossigeno per esserne nutrita. Sono state le parole con cui ho imparato a scrivere per poter portare fuori ciò che risiedeva dentro. Sono state le parole strozzate della gola di me grande in questi ultimi mesi, quando ancora una volta per strane circostanze della vita (non strane per chi conosce i corsi e ricordi storico-astrologici), mi sono sentita inascoltata, e dal non ascolto al non sentirsi capiti il passo è breve, e dal non sentirsi capiti al sentirsi isolati, ecco spiegato ad esempio un transito di Saturno.

 

Ho visto dove ancora io tengo dentro e rimugino invece che dire, ho visto quanto ancora pensi di essere quella bambina triste e taciturna, quando invece c’è all’interno di me un’altra bambina pure simpatica, piena di parole divertenti che escono fluide e leggere e tutta questa timidezza che credo di avere, si dissolve nel nulla, se mi permetto di uscire da quella che credo di essere.
Da quella che per anni hanno visto di me.

 

Quel Mercurio in VII Casa me lo sono ripreso con una fatica inimmaginabile, a volte fin troppo, straborda da tutte le parti e molti mi dicono, “Ma tu non eri quella timida?”. Mettere insieme le nostre parti che si sono scisse insieme alle altre è un viaggio di tutta la vita, però quello che so è che noi siamo un intero, e prima o poi è bellissimo sentirsi restituire un pezzo di te che si era congelato o che credevi perduto.

 

Non ho perso le mie parole nelle stanze in cui mi chiudevo. Non ho perso i miei pensieri anche se non li ho potuti dire allora e sono rimasti a friggere in silenzio, come acqua che bolle, il vulcano era acceso e per tanto tempo mi ritrovo ancora a essere come una pentola a pressione. Ancora non ho risolto i mal di testa di quando tengo tutto troppo nella scatolina del mio cervello e ancora non ho risolto il batticuore quando devo parlare in pubblico, però ho ritrovato quel Gemelli buffo scherzoso e fanciullo che era nascosto nella bambina triste con l’Ascendente Scorpione che allontanava e veniva allontanata. Ora giocano insieme e ringrazio Saturno, che nonostante tutto, se non mi avesse fatto tornare là, all’isolamento in cui io stessa mi metto ancora, al sacrificio che io stessa m’impongo, non avrei potuto comprendere di essere solo io a dover sciogliere il delicato ingranaggio. Mi ha protetto allora, adesso non mi serve più. Saturno ha liberato il fanciullo divino, il Gemelli Puer Aeternus che può ancora giocare nell’aria e mischiare le parole e donarle agli altri nella leggerezza degli scambi, delle amicizie, delle relazioni, dell’amore.

 

Anna Elisa Albanese

 

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10 risposte

  1. Mi rivedo in questa analisi, credo che abbia anch’io venere in gemelli (♉ prima decade, forse ascendente ♍) da piccola ero timida a attorniata da 3fratelli maggiori.. Avevo 7anni quando il primogenito perse drammaticamente la vita. Aveva 15anni. I miei chiusero nel silenzio il tutto. Per anni. A tavola era vietato parlare. Un’ implosione di dolore assoluto per mia madre e una “esplosione” di attività tra lavoro viaggi e uscite notturne di mio padre. Io ero la chiacchierona da piccola. Soffocata in adolescenza… E tanto altro.. Non sono ancora uscita dalla frustrazione di non saper comunicare in maniera fluida e di non averlo fatto in passato al momento i cui era necessario. Ora devo reimparare il tutto in un’altra lingua, il tedesco austriaco, perché a 48anni suonati sto cercando di rinascere accanto al mio compagno. Le distanze gli isolamenti a noi che siamo abituati dopo 3anni ci hanno solo dato una spinta in più quest’anno a decidere di cercare casa e vivere insieme . Domani rientro in Italia per due giorni, saranno ore in cui assorbiró tutte le sfumature del cielo e dei pianeti, abbraccio forte i miei nipotini e riparto per immergermi in questa bolla che spero dia nuovi frutti.. Ci riprovo. Grazie

  2. Grazie! Mi sono ritrovata nelle tue parole. Solamente, io non ricordo quando sono ammutolita. Ora parlo e racconto, con la scrittura e il teatro, ma la mia voce rimane sempre un po’ indietro. Dentro di me rimbomba, ma fuori fanno fatica a sentire

  3. Che belle parole. Anch’io mi chiudo nel silenzio quando mi sento ferita, pensando anche che il mio silenzio possa in qualche modo punire la persona che mi ha ferito. Ma da tempo ho capito che più Che punire si rimane invisibili…

  4. Ciao Anna Elisa, scrivi benissimo ed esprimi perfettamente quello che hai liberato: Te stessa.Anch’io spero con Saturno opposto (sono 3 dec Pesci) di aprirmi finalmente.B.fortuna “fanciulla”!

    1. Grazie Mary!…… Buona fortuna anche a te fanciulla .. vedrai dopo l’uscita di Saturno quante conquiste ti renderai conto di aver compiuto

    1. Cara Anna Elisa,leggo sempre i suoi articoli perché trovo le sue analisi molto profonde e interessanti ,questo in particolare mi ha colpita perché anche io,sin da piccola,mi sono sempre chiusa nel mutismo ogni qualvolta mi sono sentita offesa o incompresa e che coincidenza… ho Venere in gemelli in VIII casa,ascendente in Scorpione ma Sole in Cancro in casa IX congiunto a Mercurio e Urano e non sono ancora riuscita a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle che compongono la mia vita !

  5. Grazie davvero.
    Oggi si rinizia a lavorare, ma con dentro il seme di un progetto nuovo e le tue parole si posano sempre sui sentimenti più profondi e li stuzzicano.
    Corro a prenotare il mio “check” autunnale! 🙂
    Federica, Gemelli, con Venere in Gemelli, figlia di madre Ariete. 😉

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