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CARL GUSTAV JUNG

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CARL GUSTAV JUNG, 26 luglio 1875, LEONE ascendente ACQUARIO

 

‘Probabilmente esiste qualche collegamento, nell’inconscio dell’uomo, con – si potrebbe dire – l’Universo.
Ci deve essere qualcosa nell’uomo che è universale; in caso contrario egli non avrebbe potuto fare una proiezione simile, non potrebbe leggere se stesso nelle costellazioni più remote.
Non si può proiettare qualcosa che non si possiede; qualsiasi cosa si proietti in qualcun altro è dentro di sè, si trattasse pure del diavolo stesso. Il fatto che proiettiamo qualcosa nelle stelle significa quindi che possediamo qualcosa che appartiene anche alle stelle.
Facciamo veramente parte dell’universo.
Giacchè si fa parte del cosmo, qualsiasi cosa si faccia dovrebbe essere in armonia con le leggi del cosmo stesso.’

Carl Gustav Jung

 

 


 

 

Un tema connotato dalla dimensione dell’altro, quello del caro Carl Gustav Jung, di cui non parlerò in maniera esaustiva come meriterebbe, ma mi limiterò a toccare alcuni punti fondamentali del suo Tema Natale. 

 

La dimensione dell’altro in che senso dunque?

Il suo Sole in Leone è dominante perché collocato sull’Asse del Discendente e governa la Casa VII in cui si trova nel suo Domicilio – La dimensione del viaggio alla scoperta dell’altro da Sè (Casa VII opposta a Casa I identità), è il viaggio interiore che Jung ha percorso per tutta la sua esistenza. La Casa VII e gli eventuali pianeti contenuti in essa, nel bene e nel male, ci mostra le qualità/ombre/luoghi nascosti, da cui siamo attratti e i difetti che non possiamo tollerare. 

 

Jung infatti portò avanti il discorso sulla Proiezione, l’Ombra e l’Anima/Animus descrivendo l’Ombra come quella parte lontana dalla nostra coscienza riattivata e illuminata dall’incontro con l’altro. L’Ombra è più riconoscibile quando si manifesta con qualcuno appartenente al nostro stesso sesso, per poi sfociare a livello collettivo ed essere proiettata su una nazione o un popolo; ne sono esempio le guerra, gli stermini di massa ecc..

 

Nel Tema Natale le Case d’Acqua – IV, VIII, e XII, ben rappresentano la nostra ombra inconscia e gli antichi modelli reattivi e pulsionali che albergano nella nostra psiche più profonda. Nella Casa VII l’ombra a cui mi riferisco è soprattutto quella parte che non riconosciamo apertamente in noi stessi, ma che attiriamo da fuori di noi, soprattutto nelle relazioni strette e in amore. 

 

L’Anima Luna/Animus Sole è la nostra parte maschile e femminile che viene incarnata da qualcuno del sesso opposto, (ed è la nostra parte interiore femminile e maschile). Per dirla in termini astrologici, per i maschietti l’Anima sarà simboleggiata da pianeti femminili come Luna e Venere, e per  le donne sarà riscontrabile attraverso  Sole e Marte, per lungo tempo energie attratte nei partner di cui ci innamoriamo e viceversa.  

 

Sole e Luna sono in nostri primi archetipi genitoriali, come abbiamo sentito il padre e la madre nella nostra esistenza, quali qualità abbiamo riconosciuto e quali erano poco manifeste o in ombra.

 

Per Jung il viaggio nell’ombra è forse iniziato con la figura del padre (Sole in Leone in VII Casa quadrato a Nettuno in Toro), e con la lotta mitologica – simbolica tra il suo Saturno in Acquario in Casa I e Urano in VII Casa; una sfida che portò avanti per tutta la vita, tra innovazione, diversità, individualità  (Urano) e ricerca di appartenenza a una struttura socialmente accettata, dogma, sistema (Saturno). Rinnnovamente, invenzione (Urano) contro autorità, struttura consolidata, sistema (Saturno).

 

Jung ha cercato a lungo una figura di padre che compensasse un’assenza e divenisse un vero punto di riferimento, (il suo rapporto conflittuale con Sigmund Freud). Inoltre spesso il segno del Leone si trova ad avere un “problema”, assenza del ruolo del padre, e nel caso di Jung la quadratura  a Nettuno e la posizione del Sole in Casa VII – Discendente, porta avanti questo vissuto. Il padre, teologo e pastore protestante (spiritualità di Nettuno, assenza per il figlio ma non per la collettività).  Il piccolo Carl pare fosse un bambino molto sensibile, introverso e taciturno, per gran parte della sua infanzia.

 

Il padre fu anche una figura avvolta nelle nebbie Nettuniane, dalla distanza e dalla spiritualità vaga e confusa, che spesso connota un Nettuno non ancora integrato. Vuoto forse percepito nell’impatto iniziale alla nascita che con la simbologia dell’Ascendente Acquario, non fa pensare a qualcosa di avvolgente, caldo e protettivo, ma richiama già al distacco.  La ricerca di una presenza paterna chiara e definita, la ricerca di approvazione da altri “ruoli genitoriali” (Freud), e la sua ricerca profonda d’individuazione e del vero Sè in seguito, fu il Viaggio dell’Eroe per Jung.

Un mondo sepolto nei meandri dell’inconscio tutto da scoprire e trovare. L’analisi di se stesso durò per tutta la sua vita, la ricerca e riscoperta di quel Sole luminoso in Leone “dall’altra parte del guado” (Casa VII), proiettato e ritrovato, indipendente e allo stesso tempo attento allo sguardo dell’altro (Casa VII  – Urano in VII – Ascendente Acquario governato da Urano).

 

Jung ha costellato il suo mondo interiore nell’attitudine all’introversione (il mondo è dentro), fin dall’infanzia. La sua parte spirituale e sensibile era attratta anche da dimensioni ultra-terrene; si legge nelle sue memorie autobiografiche –  la comunicazione tra i vari mondi, quello interiore, esteriore, ‘degli spiriti’ – complice la Luna nella III Casa carica di aspetti e il suo Giove in Bilancia in VIII Casa – 

 

La Luna simbolo anche di una figura materna colorata da tratti Uraniani e distanzianti, se pur nel caldo segno del Toro, (Luna in Toro congiunta a Plutone, quadrata a Urano e Saturno).

 

Sappiamo che Jung non abbandonò mai la terra salda del focolare, donatogli dalla moglie Emma, angelo e Anima, che diede al mondo quattro figli. Leone come ruolo anche di padre – luce e faro per altri – famiglia e nido a contenere i suoi viaggi nei mondi dell’ombra e le prime scoperte di contro-transfert con le sue pazienti, di cui note, Sabina Spielrein e Toni Wolff. Di cui quest’ultima, da paziente ad analista si trasformò in amante più o meno ufficiale in anni decisivi e molto inquieti per Jung. Una Venere congiunta a Mercurio in Cancro in Casa VI, può rappresentare l’immagine di una donna del focolare con una posizione organizzata, presente e concreta, e una Luna congiunta a Plutone e quadrata ad Urano e Saturno ci mostra invece un’immagine di donna più passionale e indipendente, che può anche  essere vissuta come “minacciosa” e con un alto rischio di travolgere e prendere Potere emotivo – Plutone.

 

Jung ebbe episodi lunghi di depressione, visioni e immensi debordamenti di immagini psichiche, sia preveggenti, ma anche destabilizzanti per il suo equilibrio mentale e il suo lavoro clinico. Grazie anche  alla sua Casa – Anima – moglie -fu in grado di contenere e arginare, anche se passò lunghi anni in una voragine d’ombra.

 

Quando morì Emma, Jung costruì una Casa – Torre – Anima – la famosa casa di Bollinger che fu rifugio, riparo e messa in pratica concreta dell’immaginario della sua Psiche e delle culture orientali da lui studiate nel corso della sua vita. Lui stesso progettò negli anni lunghi di costruzione, questa casa concepita come il centro stesso del proprio Sè – il fuoco al centro, focolare e centro divino – la sua Luna in Toro, mise davvero le radici in terra per congiungersi  e incontrare il Dio del cielo – Torre – Urano.

 

Citando le parole dell’amico e collega Paolo Quagliarella, possiamo anche aggiungere che “Jung ha costruito con le proprie mani (VI Casa) la torre di Bollingen espressione del suo Sé, della sua privacy, della sua necessità di connessione profonda. Mercurio è in aspetto al governatore della sesta casa. La Luna in Toro situata nella III casa che conferma ancor di più quanto appena citato nell’esempio: il bisogno di comunicare con atti concreti e tangibili. Jung ha lavorato con le tecniche di associazione verbale (Mercurio), raccolta dei dati (VI Casa) permettendo di esplorare il contenuto emotivo (Cancro – Acqua) dei pazienti.

Comprendiamo che il bisogno è dunque una possibile leva interpretativa del tema natale e come questo possa essere utilizzato per stimolare il cliente a cercare quelli che sono gli elementi reali, tangibili più vicini a lui affinché possa essere realizzato.”

 

Ci sarebbe ancora da scrivere tantissimo sia sul Suo Tema Natale, sia su tutto quello che lui aveva intuito allora e stiamo portando avanti adesso con fatica, come la sua teoria degli Archetipi e la parte dedicata allo studio dell’Astrologia, che in quegli anni fu veramente una breccia di diversità (sempre in avanti nei tempi e non troppo compreso nella sua epoca –  un Urano in trigono a Marte di fuoco in XI Casa in Sagittario e ) e  coraggioso nella sua strada individuale e unica, tipica di un’eroe moderno del nostro Novecento.

 

 

Anna Elisa Albanese

 

 

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Ernst Bernhard, in “Lettere a Dora”, Dal campo di internamento di Ferramonti (1940-41)

 

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dai disegni ne “ Il libro rosso” di C. G. Jung

  

 

 “La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno ma dall’incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili”. (Carl Gustav Jung)

Per approfondire, clicca qui articolo su: “La figlia di C.G.Jung racconta l’oroscopo di suo padre”.   

 

 

 

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