INTRODUZIONE
I dodici segni zodiacali possono essere messi in relazione con il viaggio dell’Eroe descritto da C. G. Jung, eroe solare che si mette alla ricerca della propria Anima, la Luna, o anche alle 12 fatiche di Ercole, comunque sono degli archetipi, ovvero forme prive di contenuto, che vanno riempite con il vissuto di ciascun soggetto. Degli archetipi Jung scriveva: “Esso (l’archetipo) poggia unicamente su condizioni empiriche, ossia sul dato di fatto sorprendente, che non di rado formazioni dell’inconscio nell’uomo moderno concordano quasi alla lettera con simboli che si trovano in tutti i tempi presso tutti i popoli, senza che sussita alcuna possibilità di migrazione o di trasmissione orale” C. G. Jung, Lettera a Joseph F. Rychlak, 27 aprile 1959.
E’ quindi un contenuto comune a tutti i popoli, ma ciascun popolo associa all’archetipo un racconto, una storia diversa facendolo diventare una rappresentazione archetipica. Ad esempio il mito dell’Ariete può essere messo in relazione sia alla ricerca da parte di Giasone del vello d’oro, sia al mito della fatica di Ercole associata alla cattura delle giumente antropofaghe. Ma vi è un ulteriore passaggio che noi uomini effettuiamo in relazione alle storie e ai miti che ci vengono raccontati, le proiezioni della nostra vita, dei nostri accadimenti in esse, al fine di trovare un senso, una spiegazione sia psicologica sia concreta a quello che ci accade. Ci imbattiamo quindi nel racconto di Cenerentola e pensiamo al fatto di quanto siamo sfortunati nel vivere una vita fatta di routine: famiglia, pulizia, casa, lavoro e magari priva di amore e del proprio principe azzurro. In questa fiaba cerchiamo il riscatto e la speranza, ma anche le azioni da compiere affinché la nostra vita cambi. Si passa, come abbiamo visto, dall’archetipo universale, a una storia mitica (Giasone, Ercole, Cenerentola, ecc…) al nostro vissuto, alla ricerca del senso che queste storie hanno per noi.
La ricerca del senso è fondamentale in astrologia perché ci connette con il concetto di sincronicità che è alla base del suo “funzionamento” del: perché funziona. Per spiegare meglio cosa s’intenda per “senso” è sufficiente leggere: “Io posso attingere dai miei sogni e dai miti il senso di cui ho bisogno per liberarmi dall’angoscia […]” Ginette Paris, Hermes e Dioniso.
LE FIABE
Le fiabe ci parlano della nostra vita o meglio ci offrono la possibilità di rispecchiare la nostra vita in esse, quindi in un universo unico e onnicomprensivo che appartiene a tutti, agli archetipi, che secondo Jung sono il fondamento della nostra esperienza del mondo. M. L von Franz, allieva di Jung, che ha scritto moltissimo a proposito delle fiabe racconta: “Le fiabe parlano di contenuti psichici che sono molto lontani dalla coscienza umana. […] La difficoltà di questo tipo di lavoro deriva dal fatto che le fiabe si basano su alcune funzioni universali della psiche, senza che ci sia alcun ponte verso i contenuti di carattere più personale. Nel lavorare su una fiaba, quindi, ci si trova di fronte alla struttura fondamentale della psiche, una sorta di scheletro dal quale i muscoli e la pelle siano stati tolti, lasciando soltanto gli elementi di interesse generale. Le fiabe rappresentano perciò dei modelli di vita psichica del tutto astratti.”
L’Anima e l’Animus nelle fiabe. Quindi la parte astratta viene colmata di senso dalla nostra vita, dal nostro eroe personale che può essere rappresentato dal nostro segno zodiacale. Cercherò di associare a ciascun segno solare una fiaba in cui ognuno di noi potrà o meno riconoscersi. Ovviamente l’associazione, seppure pensata in relazione ai significati principali di ciascuno dei dodici segni, potrebbe non risultare calzante a pennello per il lettore poiché, oltre il Sole, in un oroscopo personale, ci sono diversi altri pianeti da considerare che influiscono sulla sua vita. Le associazioni che leggerete sono una delle numerose possibilità combinatorie che possiamo costruire fra segni e fiabe, proprio alla luce di quanto descritto in precedenza poiché anche io, Autore del pezzo seppure cerchi di essere super partes, involontariamente ci metto il mio vissuto personale nella costruzione delle associazioni di senso. Qualsiasi cosa l’uomo tocchi, ne modifica lo stato; il principio di indeterminazione di Heisenberg in fisica afferma che non possiamo conoscere contemporaneamente, con una sola misurazione, la velocità e la posizione dello stesso elettrone, proprio perché l’osservatore, l’uomo ne modifica lo stato con l’atto del misurare. Il discorso è analogo in qualsiasi forma di associazione o interpretazione che noi facciamo di un discorso o di una storia.
LA FIABA DI HANSEL E GRETEL – http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/hansel_e_grethel
Hansel e Gretel vivevano in una famiglia povera in cui vi era poco cibo, erano costretti a misurare le quantità di pane tra loro due, la mamma e il papà. La mamma resasi conto del fatto che il cibo non sarebbe bastato per tutti disse al padre che avrebbe dovuto abbandonare i bambini nella foresta, lasciandogli un tozzo di pane per ciascuno, il padre non era d’accordo con la moglie, anzi era rattristato, ma non poté fare altrimenti. I due bambini avevano ascoltato le intenzioni della madre, Hansel, una notte uscì di case e raccolse dei sassi che brillavano alla luce della luna. Il giorno seguente i genitori, con uno strattagemma, si recarono nel bosco assieme ai figli e li abbandonarono. I bambini fecero finta di non sapere nulla, ma Hansel durante il tragitto dalla propria casa sino al posto in cui erano stati abbandonati, aveva lasciato cadere i sassi raccolti e nella notte questi ultimi iniziarono a brillare così da mostrare la strada di ritorno. Rientrati a casa il padre era felicissimo, la madre fece buon viso a cattivo a gioco. Il pane, trascorsi alcuni giorni, iniziò nuovamente a scarseggiare e la madre ordì il medesimo piano della volta prima convincendo il padre a spingere i figli ancor più in profondità nel bosco. I ragazzi ascoltarono nuovamente le parole della cattiva madre e Hansel come la volta precedente provò ad uscire di case ma la porta era stata chiusa dalla madre. Il mattino seguente la madre diede di nuovo un po’ di pane ai bambini che sarebbero stati nuovamente abbandonati nella foresta, Hansel durante il tragitto sbriciolò il suo pane per segnare la strada e poi ritornare a casa. Una volta lasciati nel bosco e giunta la notte,
Hansel si guardò indietro ma non trovò più le briciole di pane che erano state mangiate dagli uccellini. Hansel sicuro di sé proseguì a cercare la strada nel bosco ma si persero, finché non giunsero a casa fatta di pane e ricoperta di focaccia, con le finestre di zucchero e così via. I ragazzi iniziarono a mangiare la casa, poi apparse una vecchietta sulla porta che l’invitò ad entrare. La vecchia era una strega che si cibava di esseri umani e una volta entrati i bambini furono bloccati nella casa. Hansel venne messo in cella ad ingrassare affinché diventasse più succoso,
Gretel invece riceveva solo gusci di gambero. La strega controllava spesso le dita di Hansel per capire se fossero ingrassate, ma il giovane proponeva un ramo secco al posto della sua mano approfittando del fatto che la donna non vedesse molto bene. Comunque la donna esausta per il fatto che Hansel non ingrassasse decise di mangiarlo lo stesso e chiese a Gretel di aiutarla con la preparazione del fuoco nel forno.
Gretel fece finta di non sapere cosa fare e a propria volta chiese alla strega di mostrarle cosa avrebbe dovuto fare con il forno, in quel momento la giovane spinse la megera nel forno e lo chiuse e li bruciò. Liberato Hansel dalla prigionia notarono che all’interno della casa vi erano numerose pietre preziose, le raccolsero e andarono via. Sulla strada del ritorno incontrarono un fiume che non sapevano attraversare allora Gretel chiese soccorso ad un’anatra che li portò dall’altra parte. Riuscirono a trovare la strada di casa e giunsero dal padre portando con loro i gioielli della strega, seppero inoltre che la loro madre nel frattempo era morta.
LA RILETTURA ASTROLOGICA DELLA FIABA
La fiaba appena raccontata è fortemente in relazione con Mercurio e il segno dei Gemelli. Hansel utilizza due volte lo stesso strattagemma per fuggire dalla foresta in cui lui e sua sorella erano stati abbandonati dalla propria madre, ovvero lasciare delle tracce sul terreno mentre erano condotti nel luogo in cui lo sarebbero stati. La prima volta l’idea funziona e riescono a tornare a casa, la seconda no. Si nota Mercurio che crede con faciloneria di poter ripetere il medesimo schema e raggiungere l’obiettivo, il rientro a casa, come accaduto in precedenza. Hansel le faceva tastare, anziché le proprie dita, un ramoscello di legno, ma anche questo “trucco” mercuriano non gli è utile poiché la megera decide di mangiarlo ugualmente. Gretel solo alla fine della fiaba diventa parte attiva, anche in questo caso
Mercurio agisce quando ha distratto con un imbroglio la strega spingendola nel forno. I due fanciulli liberatisi e raccolti i tesori presenti nell’abitazione della strega devono superare un fiume ed è ancora Gretel che “comunica” con l’anatra per ricevere aiuto. Il segno dei Gemelli è dotato questa natura duplice, Mercurio è ermafrodito, possiede Anima e Animus (i due fratelli), deve cercare la strada per la coniunctio con il Sole e la Luna, può a volte girare a vuoto e altre volte essere intuitivo. Ritorna spesso nel racconto la dinamica del cibo, della ricchezza che sono in relazione con Venere in Toro e Plutone in Scorpione, così come la figura della madre cattiva che si rispecchia anche nella strega, abbiamo due donne che non hanno nulla di positivo, è come se ci trovassimo di fronte ad un tema con una Luna lesa da Venere, Saturno, Plutone.
La foresta, l’inconscio è attraversato prima con le figure parentali, i genitori, ma quando i giovani devono tornare a casa da soli si perdono, non trovano la strada. Mercurio era in relazione anche con le pietre miliari sulle strade che indicavano la distanza e la direzione verso un punto d’arrivo preciso. Hansel e Gretel dopo la trasformazione alchemica avvenuta con la distruzione della strega, con il superamento della Luna “cattiva” si evolvono e attingono a Mercurio a piene mani, soprattutto Gretel, tanto da attraversare la foresta e tornare a casa da soli. Proprio questa ridondanza di elementi mercuriali mi ha fatto propendere per l’associazione con il segno dei Gemelli. E voi amici dei Gemelli, ma non solo, quando vi siete persi nella foresta a quale archetipo avete chiesto aiuto?
Articolo di Paolo Quagliarella