
DIARIO ASTROLOGICO
Una cosa ho imparato dalla mia famiglia d’origine: non sono riusciti a proseguire insieme, si sono disgregati e hanno provato a camminare in strade differenti, ma non si sono mai lasciati veramente andare del tutto e c’è stato un unico collante che ha tenuto insieme tutti i cocci: io.
Allora ho imparato da questa fatica immane di ascoltare tutte le medaglie, la fatica disumana di accollarmi la loro sofferenze e i loro irrisolti, che non è giusto. Che non si deve fare.
Che ai figli non si deve chiedere questo.
Che la solitudine è una cosa triste quando si invecchia lo capisco, ma la cosa più triste è farla pesare continuamente a chi non può fare molto. A farlo pesare allora, e a farlo pesare oggi, perché le cose non solo non sono mutate, ma si sono incancrenite e peggiorate. E Perché soprattuto, non sono io che ho lasciato, non sono io che ho tradito, non sono io che ho scelto dì andarmene. Io sono venuta dopo tutto questo e non avevo nessuna voce in capitolo, e nella legge universale dell’amore, non sono io che devo tenere insieme i pezzi del loro cuore che si è spezzato mio malgrado.
Ho imparato che c’è un giorno in cui ti alzi e lasci andare anche la colpa. La colpa di non aver potuto fare nulla se non assistere a tanta infelicità perpetuata.
Non ho figli e non so se questo è avvenuto perché è come se li avessi sempre avuti, cresciuti e accuditi da sempre, perché non sono stata mai libera di sentirmi felice, altrimenti avrei fatto un torto a chi soffriva. A loro, ai miei genitori bambini, a cui ho prestato orecchio per i loro racconti, a loro che tiravano ognuno dalla loro parte perché mi schierassi. A loro, di cui ognuno diceva, “Mica voglio pressarti con la mia situazione…” ma inevitabilmente lo aveva già fatto.
So che non essendo madre non posso capire davvero la fatica e l’amore di essere una madre e spesso mi sento dire dalle altre donne “Fortunata tu che non devi portare i bambini a scuola e crescerli .. ! Fortunata tu che non sai cosa vuol dire.. ecc … Tu non puoi capire perché non sei madre…..” ma io mostrerei loro che ognuno ha la sua porzione d’amore da dare e da portare sul petto e io la porto in altra maniera. Che nessuno dovrebbe giudicare nessuno, come io non vado da chi ha figli a chiedergli perché diavolo li ha fatti.
I miei figli forse sono altri, le persone più giovani di me che ascolto nei consulti, gli occhi del mondo che vedo riflessi nelle ricerche dell’anima di tutte le persone che incontro, le sofferenze della mia famiglia rimaste irrisolte come un girone dell’inferno che si avvita su se stesso senza mutare mai e ritorna sempre al centro, a me.
Come a chiedere risposta. Salvezza.
Perdono forse … e tempo. Ma quello é perduto.
Chissà perché qualcuno ha pensato fin da sempre che io fossi in grado di capire? O di sopportare.
La mia Anima si vede sa cose che ancora devo scoprire. Certe volte il peso è come un ombra sul mio volto .. altre volte si stempera come nuvola leggera e sono grata solo che mi abbiano dato la vita.
In questo mese delle eclissi mi darò ancora un’altra possibilità di sciogliere le antiche maglie del passato … e poter fluire libera di essere ciò che semplicemente sono nel mio presente.
Anna Elisa Albanese
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Immagine: Quadro di
Trent Gudmunsen
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Una risposta
le tue parole hanno sempre un suono familiare per me mi sembra di rivivere dei vissuti che hanno lasciato le loro belle impronte e se chi non ha figli le parole continue che si sente dire “tu non puoi capire” senza che si affacci al loro pensare che i figli e di figli se ne possono avere tanti e in primis tante volte anche chi ti ha messo al mondo grazie cara anna elisa per questi squarci di tuo vissuto