Il segno del LEONE e il mito di Parsifal
Uno dei miti che aiuta a diffondere un po’ di luce sul Leone, il segno governato dal SOLE, è la leggenda medievale di Parzival (comunemente poi conosciuto come PARSIFAL) ed è la personificazione dell’EROE NELLA SUA RICERCA. La figura dell’eroe è vicina al cuore del Leone, perchè il segno riguarda realmente l’espressione del POTENZIALE INDIVIDUALE.
Il nostro mitico eroe, come altri eroi, all’inizio della storia è orfano e cresce in un bosco con la madre. Non conosce le proprie origini perchè la madre, temendo che la lasci e se ne vada per il mondo, ha fatto di tutto perchè non le scoprisse. Così Parzival, ingenuo e innocente, cresce nel suo confortevole nido nella foresta.
Un giorno una schiera di cavalieri si inoltra nel bosco. Parzival li vede e parla con loro e decide di diventare cavaliere. La madre sviene perchè capisce che il figlio l’abbandonerà. Cerca di ostacolarlo, ma lui è determinato a cercare il suo futuro per scoprire cosa può diventare. La nobiltà e la cortesia dei cavalieri hanno entusiasmato la sua mente e la sua immaginazione. Così, coperto di un’inadatta armatura fatta di rametti e foglie, parte a cavallo.
Stranamente, il Leone spesso non ha il padre (è assente o lontano), oppure ha una relazione difficile con lui. Sembra che il significato più profondo del segno richieda una sorta di ricerca del vero Padre, un sé interno o spirituale.
Altrettanto caratteristico del Leone è il richiamo A LASCIARE Ciò CHE è CONOSCIUTO PER UN FUTURO PERICOLOSO FORSE, MA BRILLANTE DI PROMESSE. Spesso per iniziare la sua ricerca, deve ribellarsi all’autorità o ai costumi sociali. Ovunque si trovi, il Leone ha sempre il desiderio di diventare più grande, più buono, più forte. C’è sempre qualcosa che lo chiama, più attraente del luogo in cui si trova.
Così Parzival comincia le sue avventure. Dopo molte vicissitudini, mentre vaga in una foresta ha una visione: si trova in un misterioso castello sfolgorante, circondato da incenso e oro e da strani personaggi. C’è un vecchio re malato con una ferita all’inguine, che esegue un elaborato rituale in cui il sangue avvelenato è estratto dalla punta di una lancia. C’è una donna bellissima ed enigmatica che entra portando un vassoio su cui sono posati una spada e un oggetto che più tardi sarà conosciuto nelle leggende cristianizzate del Santo Graal, o Sangraal, non è una coppa ma una pietra: LA PIETRA FILOSOFALE DELL’ALCHIMIA, IL SIMBOLO DELL’ETERNO Sè.
Parzival osserva meravigliato questa rappresentazione ma non dice niente. La madre gli aveva insegnato a non porre domande agli estranei e queste persone sono particolarmente bizzarre. Cosi rimane in silenzio per tutta la cerimonia. Alla fine si ode una voce adirata che gli dice che ha commesso un terribile errore e ha deluso tutti. Scopo della ceriomonia era infatti che egli PONESSE LA DOMANDA MAGICA che avrebbe guarito il vecchio re malato e fatto conquistare Parzival la vergine del Graal e il castello del Graal.
Cosa significa questa leggenda?
Parzival si sveglia dalla sua visione freddo e solo nel bosco. Si rende conto di essere stato cieco e ignorante, e decide di ritrovare il castello del Graal. La seconda parte della leggenda riguarda il processo della sua lenta maturazione. Alla fine dicentato uomo e vero eroe, dopo vent’anni e molte sofferenze, ritrova il castello. Questa volta si ricorda di porre la dmanda e scopre di essere in realtà il figlio del re e del Graal. Così diventa di nuovo re e custode della pietra della vita.
Se eliminiamo i più recenti abbellimenti che la cristianità ha porto in questa leggenda, possiamo vedere il modello di vita del Leone. Infatti LA RICERCA DEL LEONE è LA RICERCA DEL Sè: chi sono io? Cosa significa la mia vita? Cos’è che mi rende diverso dagli altri? È una ricerca etremamente intima, personale e profonda.
Molti nati in Leone NON SONO AFFATTO CONSAPEVOLI che questa è la loro strada, eppure la seguono. L’appariscente Leone che spesso incontriamo, di solito è un giovane Leone che non è ancora risvegliato alla consapevolezza, oopure un Leone più adulto che ha perso il castello del Graal e non ha il coraggio di ritentare. Così cerca LA PROPRIA IDENTITà ATTRAVERSO LA GENTE E IL PUBBLICO.
Il cammino del Leone sta dentro se stesso, sebbene i frutti della sua ricerca creativa siano spesso visibili e apprezzati dal mondo. Ma il processo creativo NON ha niente ha che fare con il pubblico. E’ tra il Leone e se stesso, ciò che crea in lui. La scoperta più importante del Leone è la scoperta che un altro, un QUALCOSA DI INTERIORE, è capace di offrire idee e immagini creative attraverso la sua mente e le sue mani. Ecco la strada per giungere al castello del Graal. Il Leone che è abbastanza coraggioso da seguirla giungerà alla fine al proprio centro.
La psicologia di Carl G. Jung è un eccellente espressione di questa ricerca del Sè. Jung chiamò PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE il processo per cui un uomo diventa sé stesso. E’ un viaggio che dura tutta la vita. Il motivo centrale del Sè, l’essenza intima della personalità, è dominante nella psicologia junghiana. Non è una coincidenza che Jung fosse un Leone.
Anche per questa ragione l’individuo del segno spesso è egocentrico. Ha una sorta di costante autocoscienza, una sorta di osservatore interno che osserva sempre se stesso mentre osserva se stesso, che non gli permette mai di essere totalmente consapevole dell’ambiente circostante se non in relazione a se stesso. Per il Leone è quasi impossibile distaccarsi da sé, e nemmeno dovrebbe farlo. Tutto il suo viaggio riguarda la scoperta di chi sia l’osservatore.
La tendenza del Leone all’egocentrismo può essere irritante per gli altri segni, ma dev’essere vista per ciò che è: un IMPULSO POTENTE VERSO L’AUTORICONOSCIMENTO. Anche il Leone ha bisogno di capirla, perchè altrimenti può fare l’errore di immaginare che sia il piccolo “me” l’oggetto di tutta quell’energia. Allora diventa davvero insopportabile. Può riempirsi di boria e credere di essere la cosa più meravigliosa del mondo, ma se il Leone capisce che l’altro non è lui, ma LA SUA FONTE, è giunto veramente alla visione del Graal e diventa luce che illumina la vita degli altri NON PER QUELLO CHE FA MA PER QUELLO CHE E’: il vero eroe che ha trovato la meta del suo viaggio.
Estratto da testi di Liz Greene
Il Leone e il simbolismo cromatico
Leone giallo dorato
Segno fisso elemento di fuoco Domicilio del Sole
Il caldo colore del giallo dorato è il colore della maturità, dell’assolvimento, collegato a qualcosa di solare, perciò rientra nel simbolismo della luce e dell’illuminazione. Senza dubbio il fatto che l’oro sia stato eletto a unità di misura di tutte le altre monete deve essere stato in qualche modo riconoscibile alla qualità e all’aspetto di questo metallo prezioso, che è inattaccabile dalla ruggine e dagli acidi ed è, per così dire, indistruttibile. Grazie a questa gualità è adatto a rappresentare un valore estremo.
Ognuno di noi è stato sedotto da un gioiello d’oro, inoltre l’oro appare in molte fiabe e mitologie germaniche con eroi ed eroine spesso connesse con questo prezioso metallo, senza contare quanto caratterizzasse il rapporto con gli dei nella civiltà Egizia.
Nella concezione cosmica – religiosa orientale antica del mondo, l’oro come gli altri metalli, è collegato ai pianeti ed era un attributo del Sole. Quale colore del Sole è diventato il simbolo del cielo in generale, a cui si rifà ad esempio la doratura dei templi antichi o lo sfondo d’oro dei mosaici delle chiese bizantine.
Nel simbolismo biblico l’oro rappresenta il valore più elevato connesso ai valori spirituali comuni come la saggezza e l’amore.
L’oro ha la massiccia potenza espressiva che si trova nell’atto di risplendere, da cui si può arguire quale splendore appratenga al segno zodiacale del Leone.
immagine 1: Edwin Austin Abbey, Sir Galahad scopre il Santo Graal, 1895
<Immagine 2: quadro di Luisa Penasa
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2 risposte
Grazie !🙏
Salve, l’articolo mi è piaciuto moltissimo e a proposito di domande, nella parte finale lei scrive “ma se il leone capisce che l’altro non è lui, ma LA SUA FONTE…”, chi è l’altro? L’altro inteso come non se stesso ma gli altri?