
Luna Piena 8 aprile 2020 alle ore 4.35 italiane, nel segno della Bilancia a 18.43
Per questa luna ho scelto il silenzio. Per questa super Luna che si sta ergendo grande e luminosa sopra i nostri cieli tersi, ho scelto di sintonizzarmi soprattutto sulla sua bellezza. Poche parole mi sono rimaste in questi giorni, forse per un naturale processo di svuotamento che assecondo, che sento precedere un nuovo pieno di senso.
La prima volta dopo questi intensi anni di scrittura che scrivo un articolo astrologico sul Tema di Plenilunio che lascio sciogliere in poche righe …. e non di più.
Ho bisogno di questo vuoto.
Stiamo facendo spazio nel vuoto del tempo che si è sparpagliato al suolo e rimane immerso nel suono delle prime rondini la mattina a ricordarci che siamo già ad aprile.
Ma cos’è aprile? Sappiamo esattamente ora dove siamo ci stiamo smarrendo? L’abbiamo dato noi questo nome ad una stagione che ora stride? Stiamo anche perdendo i contorni di ciò che poco prima ci definiva.. o forse ci confinava?
Mi echeggia nella testa una musica … da bambina avevo visto il film su S.Francesco di Zeffirelli e ne ero rimasta letteralmente folgorata. Mi ero chiesta con lo sguardo di bimba, ma come può essere che questo Francesco abbia lasciato tutto e si sia messo a curare gli appestati? MI chiedevo come fosse possibile.
Avevo provato una sensazione di meraviglia sconfinata.
Indipendentemente dalla religione e dal credo di ognuno di noi, è possibile ora sintonizzarsi sulla nostra fonte di meraviglia che chiede a gran voce di essere percepita. Abbiamo affinato la sensibilità, le soglie percettive si sono assomigliate, gioiamo di una piantina in balcone, o di un uccellino che cinguetta solitario nell’ormai beato e angosciante silenzio dell’ora di punta.

Ora la meraviglia va riconosciuta, cercata, scovata.
Sentiamo il bisogno di ritrovare il centro e l’equilibrio perduto, e lo dovremo fare in un nuovo disegno che ancora ha da compiersi.
Ora è il momento di stare. Senza previsioni. Senza supposizioni, e per un attimo anche senza stelle che ci narrino il percorso, le possibili tracce e le soluzioni.
Ho bisogno di vedere la luna piena nel cielo nel suo bianco splendore e far risuonare note che ancora non conosciamo che ci indichino lo spiraglio di luce da seguire.
Abbiamo bisogno di tenerci stretti.
Abbiamo bisogno di contattare i desideri rimasti e i desideri nuovi e riappropriarci di quei territori che sentiamo ora saccheggiati e profanati. Saranno nuove mappe da ricostruire che non sappiamo ancora come ci ridefiniranno e moduleranno il lavoro, le relazioni, la socialità. Per questo in questo Plenilunio lascio solo la bellezza della luna, perché voglio godere del suo spettacolo – bianco e immacolato – come il nostro nuovo e sconosciuto futuro da tracciare.
“Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita
Che generosa
Risplende intorno a me
Dono di Lui
Del Suo immenso amore
Ci ha dato il Cielo
E le chiare Stelle
Fratello Sole
E Sorella Luna
La Madre Terra
Con Frutti, Prati e Fiori
Il Fuoco, il Vento
L’Aria e l’Acqua pura
Fonte di Vita
Per le Sue Creature
Dono di Lui
Del suo immenso amore
Dono di Lui
Del suo immenso amore”
Cantico delle creature
Con amore,
Anna Elisa Albanese
