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Padre SOLE/URANO: Autobiografia Astrologica

 

 

Quando ero piccola e facevo un bel disegno a scuola, lo mostravo a mio padre e lui mi rispondeva “Che belle cose che a scuola ti fanno fare, sono proprio bravi!”. Non capivo mai bene quella risposta, e non capivo se il disegno gli fosse piaciuto o meno. Se io gli piacessi o meno. E ancora di più m’impegnavo nel disegno successivo, sperando lo potesse vedere con più attenzione, più la situazione andava peggiorando. Ogni volta che gli raccontavo una mia esperienza, mi rispondeva con qualcosa di ancora più ampio e lontano da me, che mi faceva girare la testa e destabilizzava.

 

 

“Fammi capire, io ti mostro la mia “figurina” curata e tenuta con tanta cura, e tu in risposta invece di guardarla, mi raconti di tutti gli album di figurine che non solo non ho, ma nemmeno conosco, così che la mia figurina finisce per perdersi via … ?!” Ed era così ogni volta, da una mia condivisione personale, lui iniziava invece a raccontarmi altre cose, (che a volte non c’entravano nulla), che allargavano l’orizzonte intorno a me.. con la sensazione di continuo spostamento del confine. Dovevo andare ancora più lontano? Non bastava ancora quello che già avevo e mostravo di me stessa? Io sola non bastavo a destargli attenzione e interesse?

 

Ammiravo tantissimo tutte le cose che sapeva a cui non riuscivo a stare dietro, e annaspavo dietro i suoi suggerimenti sempre oltre il conosciuto, il mio Io che andava formandosi non trovava argini a circoscriverlo e tanto meno a proteggerlo dalle onde del mondo. 

 

Ho sempre avuto di fronte questo meccanismo di “allargamento”di visuale, ma allo stesso tempo, non personalizzazione dell’esperienza – incredibile però – che tante delle nostre dinamiche personali che abbiamo di fronte da sempre, le riteniamo ovvie e scontate. 

In una telefonata semplice stamattina, dal nulla mio padre ha iniziato a raccontarmi di un documentario visto la sera prima “La splendida Russia di S.Pietroburgo…e quei quadri… e quei palazzi meravigliosi..non l’hai visto?”.. e giù a raccontare con un’enfasi incredibile (la sua di sempre), qualcosa che però non era minimamente collegato a noi. Nè a me né a lui. Bellissima la Russia…. ma a me… ora… alla fine dei conti, in questo esatto istante, cosa diavolo me ne frega? Volevo solo un ricevere un “Come stai tu Anna, volevi dirmi qualcosa?”. Al diavolo la Russia e tutto il resto così immensamente lontano da noi!

 

Così ho capito finalmente un altro tassellino in più del mio Sole opposto a Urano di Tema. L’ho visto davanti ai miei occhi in lui, e nella maggior parte degli uomini che ho attratto nella mia vita: l’atteggiamento impersonale, contro la soggettività e la valorizzazione dell’individuale! Il mondo oltre me – Urano dio dei cieli stellati che naviga inquieto alla ricerca di idee e innovazioni sempre un po’ più in là … non si sa dove ancora, ma raramente nel presente del qui e ora. Urano mio… Urano temuto, amato, odiato, mente brillante e così poco legata al corpo, alla materia, alla soggettività e alle emozioni, quale dolce ferita e delizia, in tutti quegli stimoli che ho continuato a cercare senza saziarmi mai. Stimoli mi hanno turbato e incuriosito, ma di cui mi sentivo sempre in qualche modo lontana e non necessaria. E quanto nelle mie storie d’amore da ragazza, ho attirato maschili inquieti che non atterravano mai a terra, né si accontentavano di ciò che avevano di fronte, libertà sconosciute e anche non appartenenti mai. Erano già altrove. Se non con il corpo, con la testa sicuramente, mondo che non afferravo  mai.

 

Più volte avevo già colto il mio Sole/Urano nella distanza fisica e la lontananza di mio padre, nella cosa più evidente che fa parte della mia storia – la separazione dei miei genitori – Il padre lontano, il padre che viaggia e lavora, il padre che destabilizza e non riesce a dare direzione salda. Un padre che nel mio caso, arriva da una storia personale di ribellione a suo padre, e che allo stesso modo non riesce a placarsi mai. La lontananza del nostro rapporto che veniva ogni volta strappato via dal quotidiano della mia vita. L’avevo già raccontato (qui in un altro scritto su Mio Padre) , ma non avevo mai colto così profondamente la sfumatura ancora più sottile, di quanto si possa essere distanti anche nella presenza.

 

E pensare… che ho scritto fiumi di parole su questo ultimo Urano in cielo che compie quadrature di ogni sorta a Saturno, eppure, mai come stamattina, (con tutti questi pianeti in Acquario a picco sui miei pianeti personali e Urano in Toro di transito congiunto al mio Sole!), l’ho vista chiara. L’archetipo di Urano è spaventato dall’intimità che può crearsi attraverso un dialogo più profondo che riguarda cose personali. L’alterità, la distanza che pone mettendo in piazza il mondo oggettivo, la cose lette e sentite o viste, invece della propria anima, lo fa sentire protetto dalla vulnerabilità dei sentimenti. L’apertura senz’altro bellissima, per ciò che va oltre il nostro Ego è indiscutibile, ma forse – per la mia storia personale – ha chiarito perché io ci abbia messo così tanto a riuscire a darmi valore. A trovare quella sicurezza in me stessa, con un Sole (identità) che ogni volta che cercava di essere visto, incontrava nella sua opposizione, distanza, freddezza, instabilità, perdita di certezze e sicurezze, cambiamento irreversibile (Urano).

 

Diviene chiaro perché ogni volta che io mostravo qualcosa di mio a mio padre o ai miei algidi uomini Uraniani, di intimo, di piccolo e fragile, il balzo era invece riportarlo a qualcosa che quell’Io lo racchiudesse e comprendesse, ma non che lo illuminasse nella sua individualità. Maggior distanza? Paura dell’intimità a favore della razionalità? Anche. La distanza che ancora a volte mi ferisce quando qualcuno parla di cose generiche (a proteggerlo), senza riuscire a dare valore alla soggettività di una comunicazione più intima ed empatica. Occhi negli occhi, senza fuggire ogni volta nell’ironia o nelle generalizzazioni che non dicono nulla di noi stessi per davvero.

 

Ad esempio, i complimenti che mi facevano i parenti da piccola spaventavano mio padre? Chissà…  Fatto sta che ogni volta, era abilissimo con sorriso amabile ed ironia sopraffina, nel cercare di sminuire la cosa. Appena mi si diceva che ero bella, “Sono tutti belli i bambini a quest’età”, esclamava, oppure “Non diteglielo troppo sennò poi ci crede e si monta la testa!”… questa è una battuta che per anni mi ha davvero fatto dubitare. Chi ha ragione dunque? Non devo credere a nessuno quando mi dicono che sono bella? La testa non me la sono mai montata questo è certo, anzi per secoli – e tutt’ora – metto in discussione sempre tutto con quell’Urano che combatte ancora contro di me. Quell’Urano che mi ha fatto temere e desiderare e allo stesso tempo appartenere a qualcosa, e solo adesso, dopo anni, ha legittimato la mia diversità anche nel lavoro che mi autorizzo a fare. Il mio Urano che cerca risposte nel manto del cielo stellato.. e volge lo sguardo lontano avendo sempre paura di smarrirsi. Lassù a confrontarsi con un mondo immensamente più grande di me, che ora, solo ora, mi contiene.

 

Ma un tempo… quando lavoravo in teatro, mio padre riusciva a fare complimenti mai diretti a me: non ero stata brava io sulla scena, ma era stato bello tutto lo spettacolo in cui ero stata fortunata a lavorare. Quando lavoravo in Rai, non ero brava io in quel che facevo, ma le parole ammirate erano per tutta la troupe e il gruppo di lavoro di squadra di cui facevo parte. E così quel “gruppo” che tanto ama Urano, io l’ho sempre avuto lì intorno, e dentro di me (la mia folla interna che non trova pace), ma opposto al mio Sole che cercava di essere visto da più vicino. ù

Mio padre a sua volta, Ariete ascendente Acquario, con Urano congiunto al suo Mercurio e Venere, esattamente in Toro – grado esatto di congiunzione al mio Sole – racconta della sua stessa modalità inquieta e completamente poco interessata al singolo, di manifestarsi anche nella sua vita. Qualche mese fa ha avuto il Covid, quello abbastanza grosso da ospedale, ossigeno, giorni sospesi in cui tutti abbiamo pregato e abbiamo camminato sui fili sottili al confine tra “spero vada tutto bene o mi preparo al peggio” –

 

Urano in Toro si sta congiungendo al suo Urano natale, concludendo il ciclo intero di ben 84 anni – e io chiaramente da astrologa, mi aspetto qualsiasi cosa (anche perché è anche congiunto esatto al mio Sole). Ma da questa sua esperienza di guarigione post Covid, ecco vedere ancora la sua incredibile modalità Uraniana: quando ha ripreso voce e fiato .. dopo giorni isolato nel reparto Covid tra ossigeno e infermieri incappucciati, le prime parole che mi ha detto non sono state di richiesta, o fragilità emotiva ecc, ma sono state lo stupore e la meraviglia rispetto a quello che aveva visto intorno a lui “Mi sono commosso nel vedere come questa “macchina ospedaliera” lavori giorno e notte senza fermarsi …Davvero incredibile avresti dovuto vedere!” .

 

Ancora una volta lui non ha raccontato qualcosa di emotivo o soggettivo, non ha nemmeno raccontato qualcosa del suo vicino di stanza o di un medico, ma è stato colpito dall’ingranaggio umano nella sua interazione di gruppo per un’unica missione. 

 

Forse ora dopo anni riesco a sorriderne, riesco anche quando gli faccio una telefonata sperando in cuor mio ogni volta che chieda qualcosa a me, a me Anna, qualcosa di più intimo, invece raccontarmi cosa sta succedendo nel mondo o cosa ha scoperto di nuovo in un documentario…. ma forse questa è la sua unica modalità relazionale. Forse il se stesso che è sopravvissuto a mesi di isolamento nell’ospedale, l’ha fatto perché è riuscito a osservare questi uomini e donne al lavoro, rimanendo più distante da sé. Appena è stato meglio nella sua stanza isolata, ha chiesto subito un libro, e non un romanzo, ma un saggio…. qualcosa ancora che parlasse alla sua mente, e non al suo cuore. 

 

Il cuore io l’ho sempre cercato… è vero.. ma forse lo studio dell’Astrologia – quello filosofico e incarnato di ogni giorno – ci insegna ad amare davvero. A vedere che siamo tutti diversi, come Urano insegna, e il cuore di alcuni umani si manifesta al loro massimo grado, nel massimo di intimità che loro concedono anche a se stessi. Per mio padre è intimo raccontarmi cosa hanno scoperto dall’altra parte del mondo, forse è il suo massimo di scambio emozionale, che racchiude in sé la fiducia che si sia qualcuno che dall’altra parte possa ascoltare questa sua connessione o questa sua scoperta nuova, ogni volta diversa, e che forse …se si presta bene l’orecchio, narra comunque qualcosa di lui, attraverso quel racconto che vede specchiato nel mondo.

 

 

Anna Elisa Albanese

 

 

 

Io e papà ..

 

 

 

 

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5 risposte

  1. Ciao Anna,quanto mi rivedo anch’io in questo rapporto con mio padre,e la mia difficoltà a farmi quel valore..,xo’ io da qualche parte dentro di me ho anche sempre visto questa sua modalità di gestire i sentimenti,come una sua debolezza;l’ho sempre un po’ guardato con compassione,come una madre,più che una figlia,già sapendo da piccola di dover contare solo su me stessa…un abbraccio❤️Grazie sempre per le tue condivisioni!Francesca.

  2. Buongiorno Anna Lisa,
    comprendo le sue disattese risposte da questo papà.. ho capito anch’io attraverso l’astrologia cosa significa avere marte congiunto ad urano in dodicesima casa cancro ..con la luna in quarta casa bilancia quadrata al sole !un abbraccio solidale

  3. Ciao Anna.
    Le singole parole nei tuoi racconti personali arrivano dirette al cuore e smuovono sempre quel piccolo tassello che riesce a far entrare uno spiraglio di luce per il proseguo della comprensione delle mie esperienze personali.
    Grazie infinite.
    A presto.
    Cristina

  4. Ciao Anna Elisa,
    come capisco le tue sensazioni.
    Sono cresciuta con entrambi genitori Acquario, mio padre molto poco affettivo e non incline certo ad esaltare i propri figli e mia madre l’esatto contrario, per lei erano migliori di chiunque e perfetti!
    Io che non capivo e allo stesso tempo NON mi sentivo migliore di nessuno. Anzi questa sua esaltazione mi metteva in soggezione e otteneva l’esatto contrario, facendomi sentire a disagio.
    Io nella confusione più totale perché non capivo chi veramente fossi, sentendomi non accettata per ciò che sono. Cosa che poi ho vissuto (non sapere chi fossi e cosa veramente desiderassi) anche nei rapporti affettivi con gli uomini della mia vita. Solo da pochi anni ho messo ordine in questo stato confusionale e dentro di me. Ti ringrazio per questi post, che seguo da tempo e trovo sempre illuminanti.

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