Lo Scorpione nel MITO
Esaminiamo innanzitutto la figura che simboleggia lo Scorpione: nell’astrologia molto antica, egiziana, caldea ed ebraica, questo segno era rappresentato non dallo scorpione a noi familiare ma dal SERPENTE. Questo è un simbolo profondo che ci dice molto sullo Scorpione. Prima di tutto il serpente CAMBIA PERIODICAMENTE LA PELLE e gli antichi lo consideravano immortale e capace di un costante rinnovamento.
Ora, questo CICLO di crescere finchè la propria pelle è stretta, fare la muta e far crescere una nuova pelle, ripercorre tutta la vita dello Scorpione. Spesso la sua vita si divide in distinti capitoli, man mano che passa da un ciclo all’altro.
Tutto giunge alla DISTRUZIONE FINALE ED EGLI RICOSTRUISCE E RICOMINCIA DA CAPO.
Nella mitologia antica il serpente è anche un simbolo della saggezza della terra stessa: eterna, antica, che conosce la vita segreta di tutte le cose. Esso striscia sul terreno e ODE I SEGRETI DELLE RADICI DELLE COSE. Nella tradizione biblica, il serpente è il Diavolo, il Padre della Menzogna, colui che tentò Eva nel giardino dell’Eden. E’ Lucifero l’angelo caduto. Come potete vedere, ha un doppio aspetto e lo potete considerare OSCURITà O LUCE, BENE O MALE, perchè li contiene entrambi.
Lo stesso vale per lo Scorpione, che ha una potenzialità parimenti grande per il bene e il male, per la GUARIGIONE o la DISTRUZIONE. Goethe (che aveva la Scorpione all’ascendente) creò una tipica figura scorpionica in Faust preso fra gli estremi del cielo dell’inferno.
Lo Scorpione, sviluppo più recente del segno che risale all’astrologia greca, è in qualche misura un animale meno descrittivo, ma capace di offrirci qualche valida chiave di lettura del temperamento dello Scorpione. In primo luogo è un animale SOLITARIO. Non vedrete branchi di scorpioni attraversare il deserto ruminando farfalle.
Anche l’uomo Scorpione NON è una creatura sociale. In genere non ama la folla, diffida di feste chiassose e rumorose e preferisce un piccolo circolo di amici fidati o un singolo partner. In secondo luogo, sebbene lo scorpione (stiamo sempre parlando dello scorpione animale), sia una creatura velenosa, non è assolutamente aggressivo. Non attacca gli altri animali, e se poi siete così sciocchi da pestarne uno, beh, quello è un problema vostro no? Avreste dovuto guardare dove mettevate i piedi. Se attaccate una creatura minuscola, vi sfiderà a morte per quanto siete più grandi di lei.
Gli individui dello Scorpione hanno un SENSO ACUTO DELLA GIUSTIZIA. Non credono neanche un attimo a tutta quella roba sentimentale del porgere l’altra guancia. Restituiscono il ceffone come meglio possono, perchè è l’unico modo per sopravvivere.
C’è una leggenda interessante sullo Scorpione: se lo chiudete in un angolo e non gli date nessuna possibilità di fuga, si pungerà a morte. Ciò ci dice che lo Scorpione preferisce distruggersi e andare in malora PER MANO PROPRIA (letteralmente e psicologicamente) piuttosto che SOTTOMETTERSI al controllo degli altri. E’ di nuovo il dannato orgoglio. “Meglio regnare all’inferno” come dice Lucifero nel Paradiso Perduto di Milton (che aveva Scorpione all’ascendente), “che servire in cielo”.
Se lo Scorpione piega veramente la testa , ha imparato una delle lezioni più preziose della sua vita. Più probabilmente FINGERà di piegarsi, per ripagarvi più tardi tre volte tanto. Alla fine, di solito si sottometterà soltanto a ciò che considera i suoi dèi. E talvolta questo enigmatico tipo ha degli dèi piuttosto peculiari.
C’è un famoso mito che io trovo si adatti perfettamente allo Scorpione, e si tratta delle dodici fatiche di Ercole e precisamente L’UCCISIONE DELL’IDRA DI LERNA. Al di là del successo esterno e del potere, questo mito descrive IL DESTINO REALE dello Scorpione: Ercole è inviato a distruggere una grande creatura mortale chiamata Idra, che vive in un’oscura caverna presso una palude e divora la gente del paese. L’Idra è una bestia serpentiforme con nove teste di serpente, ciascuna delle quali è dotata di denti mortalmente velenosi. Una sorta di cobra multiplo, potremmo dire, inoltre ha una pessima inclinazione: se le tagliamo la testa, ne fa rispuntare al suo posto altre tre.
All’inizio, Ercole tenta di colpire a morte l’Idra, poi di tagliarne le teste e viene quasi ucciso, poiché ciò produce una proliferazione di teste. Allora si ricorda di un consiglio datogli da un VECCHIO MAESTRO. L’Idra non sopporta la luce. Così Ercole si butta in ginocchio nel fango e solleva la creatura in alto alla LUCE DEL SOLE. Essa si raggrinzisce e comincia a morire. Solo una testa rimane, perchè è immortale come un gioiello prezioso. Ma Ercole riesce ad affrontare facilmente un’unica testa e la seppellisce semplicemente sotto una roccia.
La spiegazione di questo mito non è realmente necessaria allo Scorpione, che prima o poi arriva a scorprie l’Idra in se stesso. Ma qualche spiegazione potrebbe essere utile ai segni meno introspettivi. Possiamo dire che l’Idra può significare molte cose: gelosia, vendetta, risentimento, ira, sessualità frustrata, violenza.
Lo Scorpione è un segno dai desideri intensi, e le molte teste dell’Idra possono significare i molti desideri del CUORE UMANO PRIMITIVO.
Lasciati crescere nell’oscurità, questi desideri possono diventare velenosi e iniziano a distruggere gli altri. Ma non li si può affrontare con LA RIMOZIONE. Devono essere capiti, tenuti alla luce, rispettati come parti intime di sé. E benchè vinta, è una cosa buona ricordare quella testa immortale.
Ercole per riuscire a portare l’Idra alla luce e sollevarla quindi al cielo, deve calarsi dentro il fango dove lei regna e mettersi in ginocchio di fronte a l’Idra. Deve immergersi con tutto il suo corpo nella melma, quindi essere completamente dentro le sue più primitive pulsioni, attraversarle, rispettarle, onorarle, vederle chiare, e solo allora l’Idra potrà essere sconfitta.
Per lo Scorpione, tutti gli esseri umani hanno dentro di sé i semi del bene e del male. Il male non è una cosa astratta, o l’errore di qualcun altro, è in ciascuno di noi. Della brutalità umana non può essere incolpata la società, ma in ultima analisi, soltanto noi stessi.
E’ utile rendersi conto che Freud, il grande padre della psicanalisi, aveva Scorpione all’ascendente. In questo sta il più profondo significato del mito dello Scorpione: VIENI A PATTI CON L’IDRA DENTRO TE STESSO E SALVERAI IL MONDO.
Estratto da testi di Liz Greene
Immagini:
“Ercole e l’idra”, Gustave Moreau
“Costellazione dell’Idra” G. Mercatore
Lo SCORPIONE e il simbolismo cromatico
Scorpione rosso carminio giallo blu scuro nero
Segno fisso elemento d’acqua domicilio di Plutone
I colori del segno dello Scorpione spiegano la ricchezza di energia e potenzialità nel segno.
Non siamo nelle acque blu e cristalline del Cancro ma nel blu torrido e nero che rappresenta la putrefazione, dalla quale nasce la nuova vita dello Scorpione, che poi esplode nel cielo in fuoco rosso scarlatto e giallo, come in un desiderio di ricongiungersi alla luce rigenerante del sole. E’ così che lo Scorpione vuole portare se stesso alla luce fuori dal buio.
In queste circostanze il colore rosso che esce dal cratere, ha il significato di una trasmutazione rappresentata dal simbolo del fuoco e non è esente dagli incubi degli inferi e del diavolo e dagli istinti aggressivi e distruttivi.
E poi quel giallo è finalmente la luce e la rinascita nel paradiso riconquistato dal mitico Faust.
Il nero del terreno melmoso in cui si adagia il nostro Scorpione, simboleggia la materia – caos, da trasformare , è un profondo e cupo colore di energie occulte, un universo ricco di potenzialità.
E’ il nero dell’inconscio, caotico, tenebroso, nero primordiale, dal quale di sprigiona la luce della coscienza.
Il blu scuro che si mescola al nero, è un anelito all’infinito e alla purezza. Questi sono i tormenti e le contraddizioni dell’angelo – demone, nascosto nel segno dello Scorpione.
Acquarello originale di Luisa Penasa
Segui la Pagina Facebook Sentiero Astrologico 
4 risposte
“John Milton: Meglio regnare in Inferno che servire in Paradiso”a cura di Giuseppina Vinci
Chiunque abbia letto versi di John Milton, non può non ricordare questi versi. Forti, toccanti, coinvolgenti…. J. Milton, poeta inglese vissuto nel 17° secolo, ci lascia un’opera indimenticabile dal titolo Paradise Lost, quel Paradiso perduto da tutti gli esseri umani dopo quell’atto, quel gesto, quella disubbidienza a Dio ricordato come ”the original sin” di Adamo ed Eva. Un gesto che ha condannato l’essere umano alla schiavitù del peccato secondo la teologia cristiano-cattolica. Gli angeli ribelli, the fallen angels, guidati dall’angelo più bello, Lucifer, cacciati dal Paradiso per sempre. Non più speranza, non più riscatto, non più salvezza.
Il capo degli angeli ribelli domina nel suo regno, governa il luogo dove insieme ai suoi seguaci dimora. Adesso è capo, non più dipendente, capo di una schiera di angeli decaduti. L’atto del servire lo degrada, non può accettare ordini, comandi, lui deve disporre, governare, altri devono sottostare a lui.
La legge del più forte, del più audace, del condottiero per una causa ”giusta” solo per lui. Nessuno deve essere più forte di lui. Nessuno più ”illimitato” di lui. Nessuno può o deve dire Cosa deve, può, e in che modo fare. Soltanto lui deve stabilire cosa e come si può fare o è lecito fare. Nessuna sottomissione ad alcuno, nessuna reverenza, niente che possa costringerlo a genuflettersi. Soltanto a lui i comandi, soltanto lui può stabilire e decidere a cosa ci si deve attenere.
Pur avendo ottenuto tutto ciò, pur seguito da ”angeli ribelli”, avuto una dimora, un ”regno” tutto per lui, non è e non può essere appagato. Non accetta la nuova dimora, non sente di essere ”re” nel suo nuovo regno, perché tutto detesta anche il regno dove sarebbe l’unico capo incontrastato.
”Meglio regnare in inferno che servire in paradiso” potenzia il suo stato, nonostante la nuova inospitale dimora, nonostante gli odori del nuovo ambiente, nonostante la grande rabbia che sovrasta tutto e tutti intorno, lui ”regna” non serve, servire non gli appartiene, non può essere il suo stato. Non lo sarà mai. Perché dal suo stato non si torna indietro. Non può più tornare alla celestiale dimora. Non vuole, non può, il cielo è distante, chiuse le porte, se porte esistono, ormai è Fuori per sempre. Una lotta infinita è iniziata, non cessa, sarà la lotta eterna tra due Forze e spera di vincere.
Uao Andrea… grazie davvero . Ho scritto altri articoli su Plutone (li trovi nel blog astrologico scorrendo indietro). Un argomento che conosco pure io monto bene e che ogni volta non manca di sorprendermi
io mi reputo un plutoniano doc so pesci con lo scorpione in ascendente questi sono gli aspetti della mia carta astrale
La mia definizione di Plutoniano attiene alle persone che nel Tema Natale hanno i Pianeti Personali ( SOLE, LUNA, MERCURIO e VENERE) in aspetto a Plutone. Non importa quale aspetto, basta che ci sia. Con Marte il discorso è diverso.
I Plutoniani non si presentano mai per quello che sono (persone che hanno attraversato l’inferno e sanno che faccia ha) ma si mascherano da Nettuniani: vittime sacrificali, poveretti sfortunati, disponibili e caritatevoli. Dimostrarsi neri, cupi, sofferenti e manipolatori non sta bene, meglio sembrare angeli caduti dal cielo per il troppo peso….
Basta osservarli un attimo per vedere gli occhi penetranti, lo sguardo indagatore, l’oscurità che sembra ammantarne l’aspetto. Basta ascoltarli un po’ e presto arriverà la domanda indiscreta, la frasetta che ti mette a disagio perché la cosa che sanno fare meglio è capire il tuo punto debole e annientarti. Ha bisogno delle energie vitali altrui. ho la P di plutone congiunto al ASC scorpio.
Plutone insegna fin da piccoli alla sopravvivenza e anche da grandi, i Plutoniani cercano di sopravvivere anche quando non ce n’è bisogno perché il loro mondo è una guerra interna ed esterna che non finirà mai
Pianeti nella Prima casa
Non c’è un pianeta.
Aspetti dell‘Ascendente (ASC)
Trigono Sole (0°22’, separazione)Quadrato Mercurio (2°31’, applicazione)Congiunzione Plutone (2°27’, separazione)Parallelo Mercurio (0°43&rsquo Pianeti nella Decima casa
Non c’è un pianeta.
Aspetti del Medio Cielo (MC)
Trigono Venere (2°21’, applicazione)
Trigono Giove (3°16’, applicazione)
Trigono Saturno (5°28’, applicazione)
Trigono Urano (4°40’, applicazione)
Parallelo Venere (0°59&rsquo
Luna – Aspetti
Quadrato Marte (9°21’, applicazione)Quadrato Saturno (3°02’, applicazione)Quadrato Urano (2°14’, applicazione)Opposizione Nodo (4°36’, separazione)Parallelo Plutone (0 6
Mercurio – Aspetti
Quadrato Plutone (4°59’, separazione)
Quadrato Ascendente (2°31’, applicazione)
Parallelo Ascendente (0°43&rsquo
Venere – Aspetti
Congiunzione Giove (0°55’, applicazione)Trigono Saturno (3°07’, applicazione)Trigono Urano (2°19’, applicazione)Trigono MC (2°21’, applicazione)Parallelo MC (0°59&rsquo
Marte – Aspetti
Quadrato Luna (9°21’, applicazione)
Congiunzione Saturno (6°19’, separazione)
Congiunzione Nettuno (2°03’, applicazione)
Parallelo Urano (0°03&rsquo
Giove – Aspetti
Congiunzione Venere (0°55’, applicazione)
Trigono Saturno (2°12’, applicazione)
Trigono Urano (1°24’, applicazione)
Trigono MC (3°16’, applicazione)
Saturno – Aspetti
Quadrato Luna (3°02’, applicazione)
Trigono Venere (3°07’, applicazione)
Congiunzione Marte (6°19’, separazione)
Trigono Giove (2°12’, applicazione)
Congiunzione Urano (0°47’, separazione)
Trigono MC (5°28’, applicazione)
Parallelo Nettuno (0°11&rsquo
Urano – Aspetti
Quadrato Luna (2°14’, applicazione)
Trigono Venere (2°19’, applicazione)
Trigono Giove (1°24’, applicazione)
Congiunzione Saturno (0°47’, separazione)
Trigono MC (4°40’, applicazione)
Parallelo Marte (0°03&rsquo
Nettuno – Aspetti
Sestile Sole (4°45’, separazione)Congiunzione Marte (2°03’, applicazione)Sestile Plutone (2°40’, applicazione)Parallelo Saturno (0°11&rsquo
Plutone – Aspetti
Trigono Sole (2°05’, separazione)Quadrato Mercurio (4°59’, separazione)Sestile Nettuno (2°40’, applicazione)Congiunzione Ascendente (2°27’, separazione)Parallelo Luna (0°06&rsquo