MOHANDAS GANDHI
nato il 2 ottobre 1869 a Probanda (India), BILANCIA ascendente BILANCIA
“Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso.”
M.Gandhi
Gandhi era un ragazzo di famiglia benestante, una situazione che gli permise studi universitari e inizialmente e la pratica della sua attività di avvocato a Bombay. La prima cosa che salta agli occhi è il Sole in Bilancia in XII Casa opposto a Nettuno in VI Casa – la difficile integrazione tra mondo ordinario, quotidiano e corporeo (Casa VI) e il mondo collettivo, universale e infinito (Casa XII.).
Giustizia e Legge, sono temi ideali così ben rappresentato dal simbolo della Bilancia, ma Gandhi non poteva rimanere, così “limitato” ad occuparsi di cause riguardanti solo il suo ambiente ristretto d’élite economica cui lui stesso proveniva. Ha dovuto realizzare un’apertura e un richiamo più grande a una causa universale e collettiva da Casa XII- allargandosi a tutto il continente Indiano – la sofferenza che accumuna i popoli: la ricerca assoluta di piena libertà. Sole che governa la Casa XI, e si muove quindi maggiormente nel collettivo e per il raggiungimento di un bene comune che trascenda gli umani confini e limiti individuali.
Vedo una corrispondenza con la sua Casa VI e Nettuno (anche governatore della Casa VI), che ha potuto trovare nel mondo ordinario e materico del quotidiano che passa anche e soprattutto dal corpo – il granello minuscolo di noi umani in mezzo ad altri miliardi di esseri umani – un senso spirituale che l’ha condotto alla vastità senza confini delle Casa XII. Abbracciando una causa così grande, ha potuto forse purificare e direzionare quei pianeti ambiziosi e con anche molte “ombre di potere” segnati dal simbolo Scorpione in I Casa: Mercurio (comunicazione), Venere e Marte (affettività ed affermazione).
Pianeti che gli hanno senz’altro donato il carisma necessario e una sana dose di voglia di essere visto e ascoltato, più una capacità straordinaria di non temere la morte e il lato ombra dell’umana sofferenza. La spinta a comunicare al pubblico e la determinazione a scavare oltre ciò che si poteva vedere ad occhio nudo, ciò che risiede nascosto come l’ombra (valori Scorpione).
Venere, governatore dell’Ascendente e del Sole Bilancia e Marte in Scorpione, sono sublimati e addolciti dall’aspetto con Nettuno, e nell’opposizione (1 – VII Casa) con Plutone e Giove, denotano una grande tensione relazionale – L’espressione di Sè può esprimersi in modo disequilibrato, come lotta con l’altro (Stato, Sistema, Relazione), per lungo tempo si può rischiare l’identificazione con il Dio degli inferi e del potere Plutone nella Casa VII, dove noi troviamo il nemico nascosto – l’altro da noi, che attiriamo da fuori, ma che è parte di noi stessi – l’Ombra.
Per una Bilancia, o una persona con molti valori femminili e Venusiani, una delle maggiori difficoltà è contattare la parte istintuale e assertiva della volontà. riuscire ad esprimere la propria direzione e il proprio Marte, la determinazione invece che il compiacere l’altro e la ricerca di approvazione. La scelta netta e la presa di posizione è difficile, può essere rimandata o ritrattata più volte, sfociando in indecisione e dubbio. Si fa fatica a capire esattamente i valori propri, la ricerca di se stessi passa per lungo tempo negli gli occhi della relazione e il suo continuo posizionamento rispetto ad essa.
Gandhi con quei valori Scorpione in Casa I e il suo Sole in Casa XII, ha davvero forse dovuto compiere un sacrificio dell’Ego e una vera trasformazione Plutonica (anche molto in linea con la cultura della sua terra e dell’Oriente). Ha compiuto un viaggio agli inferi negli istinti più viscerali dell’uomo, fino ad arrivare alla sublimazione dei propri bisogni personali, messi al servizio per una causa superiore.
Non so se ci sia riuscito nelle relazioni personali e la sua vita privata lontana dai riflettori, posso solo sapere ciò che raccontano i fatti storici e biografici. Era amato ed odiato (morì ucciso da parte di un fanatico – il nemico/ombra Plutone in VII Casa), e il suo essere leader senza voler del tutto esserlo, riassume in pieno secondo me, questo conflitto di potere e impotenza. Dissoluzione/vuoto in contrasto con affermazione/visibilità – tra la Casa 1 con grandi componenti acqua – emozioni – identità ed espressione di sé, e la Casa XII, trascendenza e sacrificio del proprio Ego in favore del bene collettivo.
Per trovare il vero equilibrio delle parti, Gandhi ha potuto incarnare il progetto Bilancia ed essere canale e fonte d’ispirazione per l’India, divisa tra caste, corruzione e una indipendenza che ancora non c’era, con spaccature sociali che c’erano e ancora regnano. Ha potuto esprimere il suo credo, con un Saturno in Sagittario in ottimo aspetto a Nettuno e Sole, portando avanti la sua battaglia in modo calmo e deciso, ( Bilancia e Scorpione).
Venere, pianeta governatore di Sole e Ascendente Bilancia, fa anche aspetto di trigono con Urano in Cancro in Casa IX, fondamentale per l’ampia portata rivoluzionaria del suo sistema di pensiero e il continuo rinnovamento negli ideali, espressione di massima realizzazione come nutrimento per il mondo, Nodo Lunare e Luna in Leone in Casa X, fuoco espansivo, luce per chi lo seguì, grande madre e contenitore di sogni speranze per l’India intera.
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Biografia:
Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma (in sanscrito significa Grande Anima, soprannome datogli dal poeta indiano R. Tagore), è il fondatore della nonviolenza e il padre dell’indipendenza indiana.
Il nome Gandhi in lingua indiana significa ‘droghiere’: la sua famiglia dovette esercitare per un breve periodo un piccolo commercio di spezie.
Nato il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India, dopo aver studiato nelle università di Ahmrdabad e Londra ed essersi laureato in giurisprudenza, esercita brevemente l’avvocatura a Bombay.
Di origini benestanti, nelle ultime generazioni la sua famiglia ricoprì alcune cariche importanti nelle corti del Kathiawar, tanto che il padre Mohandas Kaba Gandhi era stato primo ministro del principe Rajkot. I Gandhi tradizionalmente erano di religione Vaishnava; appartenevano cioè ad una setta Hindù con particolare devozione per Vishnù.
Nel 1893 si reca in Sud Africa con l’incarico di consulente legale per una ditta indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della segregazione razziale. L’indignazione per le discriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica.
Il Mahatma si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza nonviolenta, denominato anche Satyagraha: una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di massa.
Gandhi giunge all’uguaglianza sociale e politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce.
Alla fine il governo sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani: eliminazione di parte delle vecchie leggi discriminatorie, riconoscimento ai nuovi immigrati della parità dei diritti e validità dei matrimoni religiosi.
Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di ribellione contro l’arroganza del dominio britannico, in particolare per la nuova legislazione agraria, che prevedeva il sequestro delle terre ai contadini in caso di scarso o mancato raccolto, e per la crisi dell’artigianato.
Diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal colonialismo britannico.
Nel 1919 prende il via la prima grande campagna satyagraha di disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte. Il Mahatma subisce un processo ed è arrestato. Viene tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia con altri satyagraha. Nuovamente incarcerato e poi rilasciato, Gandhi partecipa alla Conferenza di Londra sul problema indiano, chiedendo l’indipendenza del suo paese.
Del 1930 è la terza campagna di resistenza. Organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall’estero. Gli inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso incarcerato anche negli anni successivi, la “Grande Anima” risponde agli arresti con lunghissimi scioperi della fame (importante è quello che egli intraprende per richiamare l’attenzione sul problema della condizione degli intoccabili, la casta più bassa della società indiana).
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale Gandhi decide di non sostenere l’Inghilterra se questa non garantirà all’India l’indipendenza. Il governo britannico reagisce con l’arresto di oltre 60.000 oppositori e dello stesso Mahatma, che è rilasciato dopo due anni.
Il 15 agosto 1947 l’India conquista l’indipendenza. Gandhi vive questo momento con dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi.
L’atteggiamento moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l’odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.
( Parte biografica di Gandhi tratto dal sito: biografie on line)
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