
Diario astrologico. Luglio 2021
Sempre attratta da occhietti vivaci imprigionati in corpi saturnini. Come se vedessi in quegli sguardi velati,quel lampo d’infanzia rubato e lo volessi riaccendere io. Pretesa onnipotente alla fine, loro, i miei amori giovanili, ignari di tutto ciò che nel loro sguardo scorgevo, se ne stavano alla fine arroccati nella sicura fortezza di gelo e in quelle che non sapevo riconoscere come paure. Quei lapilli di fuoco divino che mi pareva di aver scorto, erano solo i miei che non osavo mostrare, né riconoscere a me stessa.
Cercavo il “birbante”, il “folle”, il “genio” che potesse aprire uno squarcio nella mia di paura,ma quella stessa emozione paralizzante apparteneva a entrambi e nessuno era in grado di superarla, creando così lunghe ed estenuanti apnee silenziose e rifiuti non palesati, e proprio per questo immersi in dolore inguaribile perché sordo e muto.
Ero anch’io rinchiusa nella mia torre di Saturno non maturo – sensi di colpa famigliari mi tenevano imbrigliata in un femminile che non osava essere “troppo”, ma allo stesso tempo cercavo il salvatore/detonatore per la bomba che avevo chiusa nel petto..
In questo gioco di specchi e rimandi ancora adesso rimane viva a volte la pretesa di poter trovare chi l’entrata di quella porta la conosce bene, tutto per non essere io ancora una volta, a cercare la chiave.
Potremo mai aprirci/ripartorirci del tutto da soli? “Nessuno si salva da solo” scrive la Mazzantini, e, anche se si parla tanto di autonomia emotiva e uscire da “relazioni tossiche” ecc. non è stato forse grazie a loro se siamo divenuti ciò che siamo oggi?
Se non ci fosse stato qualcosa di completamente folle a farci fare il grande salto oltre noi stessi, non saremmo forse ancora lì davanti alla riva del fiume?
Se riusciremo ancora e ancora, nonostante tutti i dolori e la paura a farci attraversare interamente da qualcun altro, mostrandoci totalmente nudi e veri senza però annullare noi stessi, allora avremo capito la missione del nostro stare al mondo. Proprio come ila sottile e spessa membrana di pelle che ci tiene uniti e interi, proteggendoci e facendoci anche respirare e sentire, che se non prende luce, si spegne e muore, anche noi non dovremo mai dimenticare di vibrare tra il dentro e fuori di noi attraverso ill pulsare del cuore e dei sentimenti, ricordandoci più spesso che possiamo, di non erigere muri troppo spessi a isolarci – fortezze troppo dure da non poter essere aperte più da nessuno – come solo Saturno inconsapevole sa fare – confondendo solidità con cemento armato.
Perché dico questo?
Perché c’è luna calante in Gemelli….e bisogna fare spazio e lasciare andare.. e perché mi sono giunte queste parole mosse dal gran vento gemellino


Una risposta
Bellissimo l’ articolo “Occhi brillanti”. Riconosco una parte di me: il mio sole è congiunto a Saturno.