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MARGUERITE DURAS

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MARGUERITE DURAS, 4 aprile 1914, ARIETE ascendente PESCI

“Quella notte, perduta tra tante e tante notti, la ragazza, di questo era certa, l’aveva trascorsa su quella nave e c’era quando era esplosa la musica di Chopin sotto il cielo luminescente.
Non c’era un alito di vento e la musica si era propagata per tutto il piroscafo buio, come un ingiunzione dal cielo, chi sa per che cosa, come un ordine divino dall’ignoto significato.
E la ragazza si era alzata come per andare ad uccidersi a sua volta, a buttarsi a sua volta in mare e poi aveva pianto perchè aveva pensato all’uomo di Cholen e tutto a un tratto non era più sicura di non averlo amato, solo che quell’amore non l’aveva visto perchè si era perso nella storia come acqua nella sabbia e lei lo ritrovava soltanto ora, nell’istante della musica sul mare.”

‘L’amante’, Marguerite Duras

Mia cara Marguerite,

tu sei una delle mie scrittrice preferite, forse perché la prima nel mio passaggio dall’infanzia all’adolescenza e come i primi amori, rimani nella memoria e tutt’ora conservo nella testa righe e righe e porto dentro le immagini che la mia mente creava mentre ti leggeva nei miei 18 anni. Ne sono giunte altre di scrittrici, scrittori e libri, ma la passione che tu mi hai infuso nello scrivere, il rapporto con quella malattia dello scrivere, con il dolore dello scrivere, come tu le descrivi, sono rimaste incise.
Non oso parlare a lungo del tuo Tema e te ne parlerò con delicatezza, perché con la vita che hai avuto, intensa, movimentata, tra dolori, lutti e contraddizioni interiori, potresti anche avercela a morte con le stelle, e cosa potrei a quel punto dire in mia difesa?
Voglio solo ringraziarti simbolicamente dell’essere riuscita a regalarmi un po’ della tua storia, mentre da ragazza portavo il tuo piccolo libro Feltrinelli “l’Amante” nella mia borsa colorata, e pensavo: “anch’io scriverò della mia famiglia un giorno, anch’io scriverò di mia madre e racconterò la sua storia, perché certe cose vanno raccontate, non possono rimanere per sempre in silenzio dentro di noi.”

Uno degli alti prezzi della tua vita inquieta, è stato l’infelicità, o la felicità spesso cercata e mai del tutto trovata – il tuo Saturno in Gemelli dominante sul Fondo Cielo così duro, respingente e freddo che non è riuscito forse a germogliare nel calore affettivo (se non nella tua realizzazione nella scrittura). Le tue radici, la tua adultità precoce, il padre perso a quattro anni,  la sfida e la lotta per superare le tue precarie basi, la follia di tua madre, i fratelli, i lutti successivi e le perdite improvvise della tua vita, la mancanza di luogo sicuro a cui tornare, la casa perduta,  i lunghi viaggi, il ritorno in Francia  – Quel Saturno ha contenuto protetto e anche privato della tua infanzia spensierata, donandoti una lucidità tagliente, messa poi in scrittura nei tuoi libri autobiografici.

Certo è, che quel Saturno è stato fondamentale per te, croce e delizia; nel segno dei Gemelli, governato da Mercurio, comunicazione, scrittura, dono della parola, in Casa I in Pesci congiunto al Nodo Lunare. Un Mercurio che si perde oltre la razionalità, e che forse avrebbe voluto non vedere e si è rifugiato in una realtà trasfigurata, come quella che ci dona l’arte e l’immaginazione, l’idealizzazione che cura e lenisce.  Eri proprio nata per dire… esprimere, alla maniera dei Pesci, tramite il perdono, il rilascio, l’emozione, la musica, il fluire della tua scrittura così sognante e allo stesso tempo secca e lucida, in cui in forma anche più idealizzata, come solo l’arte può essere, il tuo vissuto. Un vissuto che poi è diventato più grande di te, perché la fanciulla di cui narri, sei tu, ma allo stesso tempo, lei diviene creatura archetipica e immagine primordiale di qualcosa che appartiene a tutte le donne. Le tue lotte politiche, il collettivo, l’immersione nel mondo. Il Pesci della fuga dalla realtà che hai cercato nella dipendenza dall’alcol – troppo stretto il mondo reale doloroso in cui stare  – ombra Pescina, mare in cui smarrirsi fino a non trovarsi più.

L’Ascendente Pesci ed Urano in 12 casa –  sacrificio fin dall’inizio dei tempi, da quando sei nata, la ricerca del chi sei, della tua individualità pronta a rinascere ogni volta, un Ariete istintuale e coraggioso nel ricominciare e ripartire ogni volta da capo, immersa come acqua nella sensibilità  estrema come condanna, o dono?

Io credo ne sia valsa la pena, la tua forza di Fuoco Ariete non ha smesso di lottare e cercare ancora e ancora. Marte, il suo governatore in V Casa, in Cancro congiunto alla Luna e Nettuno, sono stati ancora una volta, il combustibile creativo per esprimere la tua rabbia antica e ripartorire te stessa nei tuoi personaggi.

E i tuoi amori…..? Spesso hai amato non la persona che avevi,  ma quella che non potevi avere e chi volevi non ti ha amato e chi hai amato l’hai perduto – la tua Luna in Cancro quadrata a Venere in Ariete,  due bisogni femminili che non trovano pace tra desideri contrapposti: una Luna Cancro che cerca sicurezza, emozioni condivise e famiglia, ma allo stesso tempo non può, congiunta a Marte, ribolle inquieta, impulsiva, taglia e si dimena. Una Venere in Ariete che sfida e conquista, ma quadrata a Nettuno, idealizza, sfuma, cerca l’amore estatico, non presente, il vuoto dell’assenza che però fa creare. Venere quadrata a Nettunoquel Dio instabile e trasformista, che nell’impossibile dell’ideale sublime finisce poi per perdersi e non trovarsi più – .
Ma Marguerite sei stata solo tu e non potevi forse che essere così, con la tua vita diversa, senza una radice solida e una stabilità che hai sempre cercato –

Il tuo Sole in Ariete in II casa ha provato a radicarsi e a cercare tutta la vita il suo vero valore d’essere, attraversando perdite economiche e risalite –  grandi e totali rivoluzioni e prove, lottare per la resistenza ai fallimenti, la dipendenza dall’alcool, rifugio e spiaggia a cui ancorarti per alleviare le incombenze del quotidiano e trovare la perfetta arte e spegnere un attimo la mente incessante e il fuoco inquieto, per trovare pace nelle densità dell’oblio  – forse questo Giove e Urano in 12 casa sono stati davvero grandi e potenti, e anche grazie al tuo trascendere, li hai contattati, come la tua stessa vastità interiore- .

Concludo dicendoti GRAZIE, mi hai donato la voglia di scrivere in tantissimi momenti della mia vita, e forse ti è poco d’aiuto ora dove sarai, chissà dove lassù in cielo a ridere di noi, insieme alla vastità infinita che hai sempre cercato, hai davvero dato qualcosa, e non solo a me ma all’umanità.

Il Nodo Lunare in Pesci, ha avuto il suo senso d’esistere nell’essere canale per altro da te, qualcosa molto più grande e immenso della tua vita e della tua biografia, ed è passato attraverso il tuo piccolo corpo minuto e le tue mani da scrittrice per giungere infine qui da noi, tramite le tue opere che rimarranno eterne.

Anna Elisa Albanese 

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Biografia: 

Marguerite Duras, pseudonimo di Marguerite Donnadieu, è nata il 4 aprile 1914, a Gia Dinh, in Cocincina, l’attuale Vietnam del sud che a suo tempo era dominio francese e qui trascorre l’infanzia e l’adolescenza. Il padre, che disgraziatamente muore quando Marguerite ha quattro anni, è originario di Lot-et-Garonne, mentre la madre proviene dalla Francia del Nord. I suoi due fratelli si chiamano Pierre e Paulo.

Nel 1924 la famiglia si trasferisce a Sadek, e quindi a Vinhlong, sulle rive del Mekong. La madre, in seguito, acquisterà in Cambogia una piccola concessione che però non potrà mai essere coltivata poiché viene periodicamente inondata dal mare. Ed è proprio durante una terribile alluvione che la madre muore.

Nel 1930 studia in un pensionato a Saigon e incontra il celeberrimo fidanzato cinese, lo stesso che sarà il protagonista di uno dei suoi più celebri romanzi (se non il più famoso in assoluto), “L’amante”. Dopo le scuole superiori a Saigon, lascia l’Indocina e dal 1932 si trasferisce a Parigi, in Francia, dove studia diritto, matematica e scienze politiche. Viene assunta come segretaria presso il Ministero delle Colonie francese ma, già nel 1939, dopo il suo matrimonio con Robert Antelme, comincia a lavorare per alcune case editrici.

Nel 1942 muoiono il suo primo figlio e il fratello Paulo e incontra Dionys Mascolo, da cui avrà un figlio nel 1947. Nel 1943 entra nella resistenza, mentre il marito viene arrestato e deportato. Nel 1946 divorzia, mentre nello stesso periodo (1944-1950) è iscritta al Partito Comunista. Sempre più impegnata sul fronte politico, raro caso di donna combattiva e determinata in un mondo fortemente maschilista, si impegna nella lotta contro la guerra d’Algeria, e quindi contro il potere gaullista. Di lì a poco, fra l’altro, naufraga anche il suo matrimonio con Mascolo anche se sul fronte letterario riceve notevoli gratificazioni, sia dal punto di vista della difficile critica che da quello dell’altrettanto elitario pubblico francese, che manda alle stelle le tirature dei suoi romanzi. I suoi romanzi sono considerati difficili e per pochi, ma nonostante tutto il mito per cui solo la letteratura facile e di consumo vende, viene sfatato.

La Duras, infatti, ha inventato una scrittura particolarissima, piena di silenzi e di risonanze interiori. Le sue opere sono nello stesso tempo racconti, poemi in prosa e sceneggiature. In gran parte della sua produzione, inoltre, assistiamo alla completa distruzione della trama (procedimento di stampo avanguardistico, desunto dalle punte più avanzate della letteratura sperimentale), e alla rivelazione della vita interiore dei suoi personaggi attraverso un lavoro di scavo moibilissimo.

Dal 1970 in poi, inoltre, saranno frequenti le apparizioni della Duras nel giornalismo, comunque già praticato tra il 1955-60.

Gli anni ’80 sono decisamente movimentati, sia per i suoi viaggi (Normandia, Montréal, Italia), sia per i suoi nuovi successi editoriali, ma soprattutto poiché nel 1982 si sottopone a una cura di disintossicazione dall’alcool in un ospedale americano. Fra il 1988 e il 1989 passa cinque mesi in coma in ospedale.

Marguerite Duras è morta nel 1996 a Parigi all’età di ottantuno anni.

Ha scritto 34 romanzi e, oltre alla scrittura, ha praticato anche la settima arte, dirigendo ben 16 film. Per la pellicola “India Song”, del 1975, vinse il Gran Premio Accademico del Cinema francese.

Fonte:  Biografie on-line

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